Mahdi Darius Nazemroaya Global Research, 26 Ottobre 2014
E’ una coincidenza che i fondi avvoltoi facciano sempre più pressione sull’Argentina che si prepara a sviluppare le seconde più grandi riserve di gas di scisto del mondo? Gli avvoltoi sono strumenti della politica estera?Paranoia o attenzione di Buenos Aires?
Ore dopo che l’ambasciata statunitense a Buenos Aires aveva emesso un avviso di allerta ai cittadini statunitensi presenti o in viaggio per il Paese sudamericano, la presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha accusato gli Stati Uniti di complottare per rovesciarla o ucciderla. Parlando alla trasmissione televisiva dalla Casa de Gobierno, il 30 settembre, ha spiegato che “se succede qualcosa a me, non guardate al Medio Oriente, guardate a nord“, a Washington DC. Ha detto al popolo argentino di non credere a nulla che il governo degli Stati Uniti dice, respingendo la minaccia del SIIL quale spauracchio degli Stati Uniti. Alle Nazioni Unite era già cautamente sprezzante sulle minacce ISIL contro di lei, quando vi ha parlato il 24 settembre. Ora, però, la Presidentessa Kirchner ha collegato i punti tra la situazione diplomatica con Washington e la minaccia del SIIL verso di lei, affermando che “quando li si vede uscire dalle sedi diplomatiche, farebbero meglio a non venire qui per cercare di spacciare qualche racconto sul ISIS che vuole rintracciarmi per uccidermi”. Invece di chiedere ciò che ha portato Fernandez de Kirchner a fare tali accuse al governo degli Stati Uniti, la questione dovrebbe essere cosa ha portato al deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Buenos Aires e Washington. Tale deterioramento ha due dimensioni. In superficie è legato al debito sovrano dell’Argentina, alla sua ristrutturazione e agli hedge fund negli Stati Uniti. L’altra è legata alla politica su petrolio e gas di scisto.
Ore dopo che l’ambasciata statunitense a Buenos Aires aveva emesso un avviso di allerta ai cittadini statunitensi presenti o in viaggio per il Paese sudamericano, la presidentessa argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha accusato gli Stati Uniti di complottare per rovesciarla o ucciderla. Parlando alla trasmissione televisiva dalla Casa de Gobierno, il 30 settembre, ha spiegato che “se succede qualcosa a me, non guardate al Medio Oriente, guardate a nord“, a Washington DC. Ha detto al popolo argentino di non credere a nulla che il governo degli Stati Uniti dice, respingendo la minaccia del SIIL quale spauracchio degli Stati Uniti. Alle Nazioni Unite era già cautamente sprezzante sulle minacce ISIL contro di lei, quando vi ha parlato il 24 settembre. Ora, però, la Presidentessa Kirchner ha collegato i punti tra la situazione diplomatica con Washington e la minaccia del SIIL verso di lei, affermando che “quando li si vede uscire dalle sedi diplomatiche, farebbero meglio a non venire qui per cercare di spacciare qualche racconto sul ISIS che vuole rintracciarmi per uccidermi”. Invece di chiedere ciò che ha portato Fernandez de Kirchner a fare tali accuse al governo degli Stati Uniti, la questione dovrebbe essere cosa ha portato al deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Buenos Aires e Washington. Tale deterioramento ha due dimensioni. In superficie è legato al debito sovrano dell’Argentina, alla sua ristrutturazione e agli hedge fund negli Stati Uniti. L’altra è legata alla politica su petrolio e gas di scisto.
Terrorismo economico e finanziario: in linea con il SIIL?
Di fronte alla sessantanovesima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, presieduta dal presidente statunitense Barack Obama, l’Argentina ha sostenuto che il terrorismo non è solo opera di gruppi violenti con le bombe, ma anche di enti e organizzazioni finanziarie che destabilizzano le economie nazionali e impoveriscono intere società con la speculazione e la manipolazione finanziarie. Secondo Cristina Kirchner, “i terroristi non sono solo quelli che lanciano bombe, ma anche coloro che destabilizzano le economie, causando fame, miseria e povertà“. Affrontando la crescente mitologia e fissazione internazionale concernente il SIIL in Siria e in Iraq, l’Argentina ha sostenuto che il terrorismo ha le sue radici alimentate e nutrite da ingiustizia e disparità nel sistema globale. Gruppi come SIIL e al-Qaida sono solo i sintomi di qualcosa di molto più profondo e grave. Respingendo i metodi militari di Washington come improduttivi e illogici, l’Argentina ha dichiarato che per bloccare il circolo vizioso della violenza il mondo deve affrontare alla radice le cause che creano gruppi come il SIIL e condizioni che fanno disperare i popoli. Kirchner ha anche ricordato a Obama e alla delegazione degli Stati Uniti, che raffigurano i gruppi insorti attuali in Siria, che il mondo condanna, come “combattenti per la libertà”. Il punto cruciale della tesi argentina è semplice: il terrorismo è anche economico e finanziario, e tale forma di terrorismo è molto più letale. La distruzione delle economie e la destituzione delle società aprono le porte a una miscela tossica di rabbia, ignoranza e accuse. Perciò Buenos Aires ha sostenuto che i terroristi economici e finanziari che mirano alle economie nazionali devono essere identificati, combattuti e fermati.
Di fronte alla sessantanovesima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite e alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, presieduta dal presidente statunitense Barack Obama, l’Argentina ha sostenuto che il terrorismo non è solo opera di gruppi violenti con le bombe, ma anche di enti e organizzazioni finanziarie che destabilizzano le economie nazionali e impoveriscono intere società con la speculazione e la manipolazione finanziarie. Secondo Cristina Kirchner, “i terroristi non sono solo quelli che lanciano bombe, ma anche coloro che destabilizzano le economie, causando fame, miseria e povertà“. Affrontando la crescente mitologia e fissazione internazionale concernente il SIIL in Siria e in Iraq, l’Argentina ha sostenuto che il terrorismo ha le sue radici alimentate e nutrite da ingiustizia e disparità nel sistema globale. Gruppi come SIIL e al-Qaida sono solo i sintomi di qualcosa di molto più profondo e grave. Respingendo i metodi militari di Washington come improduttivi e illogici, l’Argentina ha dichiarato che per bloccare il circolo vizioso della violenza il mondo deve affrontare alla radice le cause che creano gruppi come il SIIL e condizioni che fanno disperare i popoli. Kirchner ha anche ricordato a Obama e alla delegazione degli Stati Uniti, che raffigurano i gruppi insorti attuali in Siria, che il mondo condanna, come “combattenti per la libertà”. Il punto cruciale della tesi argentina è semplice: il terrorismo è anche economico e finanziario, e tale forma di terrorismo è molto più letale. La distruzione delle economie e la destituzione delle società aprono le porte a una miscela tossica di rabbia, ignoranza e accuse. Perciò Buenos Aires ha sostenuto che i terroristi economici e finanziari che mirano alle economie nazionali devono essere identificati, combattuti e fermati.
Incontrare gli avvoltoi
Non solo l’Argentina s’era indignata il 24 settembre, ma sfidava alle Nazioni Unite le strutture dominanti del sistema globale. Gli argentini erano sconvolti verso gli Stati Uniti ed altri dieci Paesi che avevano votato contro l’istituzione di una formula giuridica universale per affrontare il debito sovrano, pochi giorni prima, il 9 settembre. La presidentessa Kirchner ha deriso le politiche economiche neoliberiste degli istituti di Bretton Woods Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale (FMI), essenzialmente il Washington Consensus. Ha spiegato come i precedenti governi argentini avevano seguito ricette e “condizioni” del FMI, dicendo che la medicina economica del FMI ha rovinato economicamente l’Argentina nel 2001. Allora, chi sono i “terroristi economici e finanziari” condannati dall’Argentina? Parte della risposta è già stata menzionata. L’altra parte ha a che fare con gli hedge fund della NML Capital Ltd. Degli Stati Uniti, che ha sede nelle Isole Cayman, e dell’Aurelio Capital Management. Fin dalla crisi economica nel 2001, Buenos Aires ha rinegoziato i debiti, nel 2005 e nel 2010, attraverso nuovi piani di rimborso e la riduzione dei valori nominali del debito del 70 per cento, circa 13 miliardi di dollari, con il 92,4 per cento dei suoi creditori. Il 7 per cento della minoranza degli obbligazionisti, tuttavia, si tiene fuori e respinge le proposte dell’Argentina. Questi sono hedge fund inglobati dai fondi avvoltoio. Come gli avvoltoi reali circuitano e si aggirano sulle carcasse morenti, tali obbligazionisti colpiscono le economie in difficoltà per trarre vantaggio ed enormi profitti dalla crisi fiscale. Tali hedge fund e fondi private equity predatori operano acquistando debito a sconti stracciati e attendendo ristrettezze e fallimenti. La loro strategia è trarre profitto dai default e amplificarlo massimizzando i rendimenti degli interessi su ciò che gli devono i debitori, o sfruttando i contenziosi citando in giudizio i debitori per importi maggiori di quello che riceverebbero se il debito venisse pagato per intero. E’ nel quadro di tale logica che NML Capital Ltd. ed Aurelio Capital Management hanno rifiutato di accettare qualsiasi swap del debito o accordo con Buenos Aires. Hanno cercato di far deragliare gli argentini e impedirgli di pagare i debiti. Questo è il motivo per cui hanno chiesto il pagamento integrale dei debiti dell’Argentina per un valore nominale di circa 1,33 miliardi di dollari. In ultima analisi, ciò costringerebbe l’Argentina al default incrementandone il debito del 70 per cento. Mentre Kirchner parlava alle Nazioni Unite, Buenos Aires era bloccata nella battaglia legale a New York con gli avvoltoi. Utilizzando il sistema legale degli Stati Uniti, i fondi avvoltoio hanno ottenuto nel 2012 da Thomas Griesa, giudice federale del District Court del Southern District di New York, negli Stati Uniti, una sentenza senza precedenti a loro vantaggio. Griesa aveva ordinato all’Argentina di pagare gli avvoltoi per una somma totale ricalcolata ed irrealistica. L’Argentina ha perso l’appello e la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di ascoltare in appello l’Argentina, a giugno. Griesa ha concesso non soltanto i debiti con oltre il 1600 per cento d’interesse su ciò che era dovuto, in cinque anni, ma ha anche impedito a Buenos Aires di effettuare i pagamenti del debito agli altri obbligazionisti, fin quando non ripaga i fondi avvoltoio della somma totale ricalcolata. Secondo gli argentini, la nuova interpretazione giudiziaria di Griesa implica che un Paese sovrano non possa pagare i creditori che hanno accettato lo scambio, a meno che i debiti dello scambio non siano tutti pagati, concedendo difatti condizioni privilegiate ai creditori. Quindi il pagamento di 539 milioni di dollari è congelato dalla Bank of New York Mellon Corporation, decidendo il ricorso legale degli altri obbligazionisti il 15 agosto.
La sentenza della Corte degli Stati Uniti ha molte conseguenze. Nel primo caso, l’Argentina non può soddisfare la scandalosa pretesa di pagare i fondi avvoltoio del capitale più il 1600 per cento degli interessi in cinque anni. In secondo luogo, a causa della clausola “diritti sulle offerte future” prevista nei negoziati con gli altri obbligazionisti, che promettevano migliori condizioni, l’Argentina è stata messa in una situazione difficile dal giudice statunitense. Date le circostanze imposte dai fondi avvoltoio tramite il giudice Griesa, gli altri obbligazionisti hanno il diritto di esigere pagamenti superiori, equivalenti a ciò che i fondi avvoltoi pretendono. In altre parole, i negoziati del 2005 e del 2010 sono stati effettivamente annullati da Griesa con una quantità ingestibile di interessi aggiunti agli altri debiti. Se gli altri obbligazionisti evocano la clausola “diritti su offerte future”, ci sarà una grave crisi economica in Argentina. Standard & Poor ha dichiarato l’Argentina in mora il 30 luglio, dopo che a Buenos Aires è stato impedito di effettuare i pagamenti del debito. Non solo gli investitori sono spaventati e v’è un ridotto accesso dell’Argentina al mercato dei capitali globali, ma la minaccia d’inadempienza, alla fine di ottobre 2014, mette ulteriore pressione su economia e peso argentini.
Non solo l’Argentina s’era indignata il 24 settembre, ma sfidava alle Nazioni Unite le strutture dominanti del sistema globale. Gli argentini erano sconvolti verso gli Stati Uniti ed altri dieci Paesi che avevano votato contro l’istituzione di una formula giuridica universale per affrontare il debito sovrano, pochi giorni prima, il 9 settembre. La presidentessa Kirchner ha deriso le politiche economiche neoliberiste degli istituti di Bretton Woods Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale (FMI), essenzialmente il Washington Consensus. Ha spiegato come i precedenti governi argentini avevano seguito ricette e “condizioni” del FMI, dicendo che la medicina economica del FMI ha rovinato economicamente l’Argentina nel 2001. Allora, chi sono i “terroristi economici e finanziari” condannati dall’Argentina? Parte della risposta è già stata menzionata. L’altra parte ha a che fare con gli hedge fund della NML Capital Ltd. Degli Stati Uniti, che ha sede nelle Isole Cayman, e dell’Aurelio Capital Management. Fin dalla crisi economica nel 2001, Buenos Aires ha rinegoziato i debiti, nel 2005 e nel 2010, attraverso nuovi piani di rimborso e la riduzione dei valori nominali del debito del 70 per cento, circa 13 miliardi di dollari, con il 92,4 per cento dei suoi creditori. Il 7 per cento della minoranza degli obbligazionisti, tuttavia, si tiene fuori e respinge le proposte dell’Argentina. Questi sono hedge fund inglobati dai fondi avvoltoio. Come gli avvoltoi reali circuitano e si aggirano sulle carcasse morenti, tali obbligazionisti colpiscono le economie in difficoltà per trarre vantaggio ed enormi profitti dalla crisi fiscale. Tali hedge fund e fondi private equity predatori operano acquistando debito a sconti stracciati e attendendo ristrettezze e fallimenti. La loro strategia è trarre profitto dai default e amplificarlo massimizzando i rendimenti degli interessi su ciò che gli devono i debitori, o sfruttando i contenziosi citando in giudizio i debitori per importi maggiori di quello che riceverebbero se il debito venisse pagato per intero. E’ nel quadro di tale logica che NML Capital Ltd. ed Aurelio Capital Management hanno rifiutato di accettare qualsiasi swap del debito o accordo con Buenos Aires. Hanno cercato di far deragliare gli argentini e impedirgli di pagare i debiti. Questo è il motivo per cui hanno chiesto il pagamento integrale dei debiti dell’Argentina per un valore nominale di circa 1,33 miliardi di dollari. In ultima analisi, ciò costringerebbe l’Argentina al default incrementandone il debito del 70 per cento. Mentre Kirchner parlava alle Nazioni Unite, Buenos Aires era bloccata nella battaglia legale a New York con gli avvoltoi. Utilizzando il sistema legale degli Stati Uniti, i fondi avvoltoio hanno ottenuto nel 2012 da Thomas Griesa, giudice federale del District Court del Southern District di New York, negli Stati Uniti, una sentenza senza precedenti a loro vantaggio. Griesa aveva ordinato all’Argentina di pagare gli avvoltoi per una somma totale ricalcolata ed irrealistica. L’Argentina ha perso l’appello e la Corte Suprema degli Stati Uniti ha rifiutato di ascoltare in appello l’Argentina, a giugno. Griesa ha concesso non soltanto i debiti con oltre il 1600 per cento d’interesse su ciò che era dovuto, in cinque anni, ma ha anche impedito a Buenos Aires di effettuare i pagamenti del debito agli altri obbligazionisti, fin quando non ripaga i fondi avvoltoio della somma totale ricalcolata. Secondo gli argentini, la nuova interpretazione giudiziaria di Griesa implica che un Paese sovrano non possa pagare i creditori che hanno accettato lo scambio, a meno che i debiti dello scambio non siano tutti pagati, concedendo difatti condizioni privilegiate ai creditori. Quindi il pagamento di 539 milioni di dollari è congelato dalla Bank of New York Mellon Corporation, decidendo il ricorso legale degli altri obbligazionisti il 15 agosto.
La sentenza della Corte degli Stati Uniti ha molte conseguenze. Nel primo caso, l’Argentina non può soddisfare la scandalosa pretesa di pagare i fondi avvoltoio del capitale più il 1600 per cento degli interessi in cinque anni. In secondo luogo, a causa della clausola “diritti sulle offerte future” prevista nei negoziati con gli altri obbligazionisti, che promettevano migliori condizioni, l’Argentina è stata messa in una situazione difficile dal giudice statunitense. Date le circostanze imposte dai fondi avvoltoio tramite il giudice Griesa, gli altri obbligazionisti hanno il diritto di esigere pagamenti superiori, equivalenti a ciò che i fondi avvoltoi pretendono. In altre parole, i negoziati del 2005 e del 2010 sono stati effettivamente annullati da Griesa con una quantità ingestibile di interessi aggiunti agli altri debiti. Se gli altri obbligazionisti evocano la clausola “diritti su offerte future”, ci sarà una grave crisi economica in Argentina. Standard & Poor ha dichiarato l’Argentina in mora il 30 luglio, dopo che a Buenos Aires è stato impedito di effettuare i pagamenti del debito. Non solo gli investitori sono spaventati e v’è un ridotto accesso dell’Argentina al mercato dei capitali globali, ma la minaccia d’inadempienza, alla fine di ottobre 2014, mette ulteriore pressione su economia e peso argentini.
Petro-politica: il gas di scisto argentino e la connessione Gazprom
Sull’altro aspetto della storia, va notato che l’Argentina è in via di ripresa economica dal 2002. Questo recupero include il riacquisto dal governo delle società nazionali privatizzate. La chiave è la rinazionalizzazione degli Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YPF) del 3 marzo 2012. La rinazionalizzazione di YPF ha irritato la Spagna, in quanto la compagnia energetica argentina era stata acquistata dal gruppo petrolifero spagnolo Repsol. Riprendere il controllo di YPF è stato importante perché l’Argentina ha le seconde maggiori riserve di gas shale recuperabili nel mondo, dopo quelle cinesi, e Buenos Aires pensa di diventare esportatore di gas naturale sul mercato globale. La petro-politica e la guerra energetica sono parte dell’equazione. Non è un caso che Cristina Kirchner concluse il suo discorso, durante la discussione sul terrorismo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, voltandosi verso la delegazione degli Stati Uniti e dicendo che il suo Paese ha vasti giacimenti di idrocarburi che potrebbero finire per divenire una maledizione a causa dei problemi che li accompagnano. Kirchner tacitamente diceva che temeva che Washington s’intrometta in Argentina, come ha fatto altrove, per controllarne le risorse energetiche. Va anche notato che la Russia è partner dell’Argentina nel programma per divenire esportatrice di gas naturale. Prima che Kirchner parlasse alle Nazioni Unite, il presidente russo Vladimir Putin aveva visitato l’Argentina durante il suo tour in America Latina. A Buenos Aires annunciava che l’Argentina è un partner strategico di Mosca. Il 12 luglio Mosca e Buenos Aires firmavano importanti accordi commerciali e su energia, informazione e cooperazione militare. Mesi dopo, tramite teleconferenza, Putin e Kirchner inauguravano la trasmissione di RT in spagnolo o RT Actualidad in Argentina, il 9 ottobre; chiaramente sfidando influenza e interferenze degli USA in Argentina. Alcuni giorni dopo l’intervento di Kirchner alle Nazioni Unite, Argentina e Russia firmavano un importante accordo bilaterale energetico, di cooperazione tra Gazprom e YPF per esplorare e sviluppare i giacimenti di gas naturale dell’Argentina. Gazprom aveva già dei legami con l’Argentina, quando stipulò un contratto per esportare il gas naturale russo in Argentina nel 2013.
Sull’altro aspetto della storia, va notato che l’Argentina è in via di ripresa economica dal 2002. Questo recupero include il riacquisto dal governo delle società nazionali privatizzate. La chiave è la rinazionalizzazione degli Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YPF) del 3 marzo 2012. La rinazionalizzazione di YPF ha irritato la Spagna, in quanto la compagnia energetica argentina era stata acquistata dal gruppo petrolifero spagnolo Repsol. Riprendere il controllo di YPF è stato importante perché l’Argentina ha le seconde maggiori riserve di gas shale recuperabili nel mondo, dopo quelle cinesi, e Buenos Aires pensa di diventare esportatore di gas naturale sul mercato globale. La petro-politica e la guerra energetica sono parte dell’equazione. Non è un caso che Cristina Kirchner concluse il suo discorso, durante la discussione sul terrorismo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, voltandosi verso la delegazione degli Stati Uniti e dicendo che il suo Paese ha vasti giacimenti di idrocarburi che potrebbero finire per divenire una maledizione a causa dei problemi che li accompagnano. Kirchner tacitamente diceva che temeva che Washington s’intrometta in Argentina, come ha fatto altrove, per controllarne le risorse energetiche. Va anche notato che la Russia è partner dell’Argentina nel programma per divenire esportatrice di gas naturale. Prima che Kirchner parlasse alle Nazioni Unite, il presidente russo Vladimir Putin aveva visitato l’Argentina durante il suo tour in America Latina. A Buenos Aires annunciava che l’Argentina è un partner strategico di Mosca. Il 12 luglio Mosca e Buenos Aires firmavano importanti accordi commerciali e su energia, informazione e cooperazione militare. Mesi dopo, tramite teleconferenza, Putin e Kirchner inauguravano la trasmissione di RT in spagnolo o RT Actualidad in Argentina, il 9 ottobre; chiaramente sfidando influenza e interferenze degli USA in Argentina. Alcuni giorni dopo l’intervento di Kirchner alle Nazioni Unite, Argentina e Russia firmavano un importante accordo bilaterale energetico, di cooperazione tra Gazprom e YPF per esplorare e sviluppare i giacimenti di gas naturale dell’Argentina. Gazprom aveva già dei legami con l’Argentina, quando stipulò un contratto per esportare il gas naturale russo in Argentina nel 2013.
Fondi avvoltoio come “aquile imperiali”
Gli argentini hanno gridato allo scandalo. Sono sconvolti dalle dichiarazioni degli Stati Uniti sull’Argentina inadempiente e accusano il sistema legale e il governo federale degli Stati Uniti di complicità nel tentativo di destabilizzare economicamente l’Argentina. Dopo aver rifiutato di sottomettersi alle sentenze dei tribunali, l’Argentina ha cercato di negoziare con i fondi avvoltoio nel luglio 2014. Gli argentini infine respinsero il mediatore nominato dal tribunale, Daniel Pollack, come incompetente e fazioso. La situazione di stallo nei negoziati mediati dalla corte, infine ha portato al crollo quando Pollack ha fatto una dichiarazione contro l’Argentina. L’avvocato del governo argentino, Jonathan Blackman, protestò il 30 luglio per la dichiarazione di Pollack sull’Argentina inadempiente, come “nociva e pregiudizievole verso la Repubblica in relazione al mercato ed altre persone, come i gestori dei credit default swap“. Il 1° agosto, il governo argentino ha detto di aver perso fiducia nella mediazione. Dopodiché, Griesa ha impedito all’Argentina di ripagare gli altri debiti e un’udienza di emergenza si svolse a Manhattan l’8 agosto. Durante tutto questo tempo, Buenos Aires aveva chiesto al governo degli Stati Uniti di chiarire che il suo giudice nazionale non può trattare l’indipendenza argentina da ostaggio. Washington non ha fatto nulla. La settimana prima della comparsa della Presidentessa Kirchner alle Nazioni Unite, il suo governo fu irritato quando un funzionario degli USA disse che l’Argentina era in default. L’Argentina vede nel rifiuto del governo degli Stati Uniti d’intervenire una complicità. Il 7 agosto, Buenos Aires ha anche chiesto alla Corte internazionale di giustizia di ascoltare il suo caso contro Washington che consente al sistema legale degli Stati Uniti di violare la sua indipendenza di Stato sovrano. Quando il Congresso Nazionale argentino ha approvato la legge sul pagamento del debito sovrano, l’11 settembre, bypassando il sistema bancario degli Stati Uniti e iniziando a ripagare i propri debiti localmente o in Francia, il giudice Griesa l’ha dichiarato illegale. Dopo che Griesa ha minacciato l’Argentina di oltraggio alla corte, l’ambasciatrice argentina Cecilia Nahon ha inviato al segretario di Stato USA John Kerry una lettera di avvertimento, secondo cui Washington sarebbe stata ritenuta responsabile da Buenos Aires delle conseguenze delle sentenze della corte degli Stati Uniti. I fondi avvoltoio vengono utilizzati per ricattare Buenos Aires, come strumento di pressione degli Stati Uniti. Ciò fu accennato da Kirchner mentre parlava alle Nazioni Unite. Non c’è da stupirsi che la Kirchner alludesse a Washington come sostenitore del terrorismo economico. Più tardi Cristina Kirchner ha parlato in modo più diretto. “Non sono ingenua, non è la mossa isolata di un vecchio giudice di New York“, Kirchner ha anche dichiarato pubblicamente il fiasco. Secondo Kirchner, tali hedge fund “sembrano delle aquile imperiali” che eseguono gli ordini di Washington. I leader mondiali s’incontrano riguardo tale terrorismo e ricatto economico. Perciò il presidente boliviano Evo Morales s’è riferito alle sanzioni degli Stati Uniti contro la Federazione russa come atto di terrorismo economico. E’ chiaro che un intricato gioco si svolge. Lo contesa dell’Argentina con i fondi avvoltoio è utilizzata per fare pressione su Buenos Aires. Comunque gli avvoltoi si comportano come “aquile dell’impero”.
Gli argentini hanno gridato allo scandalo. Sono sconvolti dalle dichiarazioni degli Stati Uniti sull’Argentina inadempiente e accusano il sistema legale e il governo federale degli Stati Uniti di complicità nel tentativo di destabilizzare economicamente l’Argentina. Dopo aver rifiutato di sottomettersi alle sentenze dei tribunali, l’Argentina ha cercato di negoziare con i fondi avvoltoio nel luglio 2014. Gli argentini infine respinsero il mediatore nominato dal tribunale, Daniel Pollack, come incompetente e fazioso. La situazione di stallo nei negoziati mediati dalla corte, infine ha portato al crollo quando Pollack ha fatto una dichiarazione contro l’Argentina. L’avvocato del governo argentino, Jonathan Blackman, protestò il 30 luglio per la dichiarazione di Pollack sull’Argentina inadempiente, come “nociva e pregiudizievole verso la Repubblica in relazione al mercato ed altre persone, come i gestori dei credit default swap“. Il 1° agosto, il governo argentino ha detto di aver perso fiducia nella mediazione. Dopodiché, Griesa ha impedito all’Argentina di ripagare gli altri debiti e un’udienza di emergenza si svolse a Manhattan l’8 agosto. Durante tutto questo tempo, Buenos Aires aveva chiesto al governo degli Stati Uniti di chiarire che il suo giudice nazionale non può trattare l’indipendenza argentina da ostaggio. Washington non ha fatto nulla. La settimana prima della comparsa della Presidentessa Kirchner alle Nazioni Unite, il suo governo fu irritato quando un funzionario degli USA disse che l’Argentina era in default. L’Argentina vede nel rifiuto del governo degli Stati Uniti d’intervenire una complicità. Il 7 agosto, Buenos Aires ha anche chiesto alla Corte internazionale di giustizia di ascoltare il suo caso contro Washington che consente al sistema legale degli Stati Uniti di violare la sua indipendenza di Stato sovrano. Quando il Congresso Nazionale argentino ha approvato la legge sul pagamento del debito sovrano, l’11 settembre, bypassando il sistema bancario degli Stati Uniti e iniziando a ripagare i propri debiti localmente o in Francia, il giudice Griesa l’ha dichiarato illegale. Dopo che Griesa ha minacciato l’Argentina di oltraggio alla corte, l’ambasciatrice argentina Cecilia Nahon ha inviato al segretario di Stato USA John Kerry una lettera di avvertimento, secondo cui Washington sarebbe stata ritenuta responsabile da Buenos Aires delle conseguenze delle sentenze della corte degli Stati Uniti. I fondi avvoltoio vengono utilizzati per ricattare Buenos Aires, come strumento di pressione degli Stati Uniti. Ciò fu accennato da Kirchner mentre parlava alle Nazioni Unite. Non c’è da stupirsi che la Kirchner alludesse a Washington come sostenitore del terrorismo economico. Più tardi Cristina Kirchner ha parlato in modo più diretto. “Non sono ingenua, non è la mossa isolata di un vecchio giudice di New York“, Kirchner ha anche dichiarato pubblicamente il fiasco. Secondo Kirchner, tali hedge fund “sembrano delle aquile imperiali” che eseguono gli ordini di Washington. I leader mondiali s’incontrano riguardo tale terrorismo e ricatto economico. Perciò il presidente boliviano Evo Morales s’è riferito alle sanzioni degli Stati Uniti contro la Federazione russa come atto di terrorismo economico. E’ chiaro che un intricato gioco si svolge. Lo contesa dell’Argentina con i fondi avvoltoio è utilizzata per fare pressione su Buenos Aires. Comunque gli avvoltoi si comportano come “aquile dell’impero”.
Mahdi Darius Nazemroaya è sociologo, pluripremiato autore e analista geopolitico.
Copyright © 2014 Global Research
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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora