DI
ELLEN BROWN
Per finanziare le infrastrutture il Congresso utilizza i fondi della FED
Lo scorso Dicembre, con l’approvazione di un epocale ‘disegno di legge’ volto alla realizzazione delle necessarie infrastrutture, il Congresso ha finalmente violato l’’indipendenza’ della Fed facendo ricorso, per il loro finanziamento, alle sue riserve ed ai suoi dividendi bancari.
Ma questo ‘disegno di legge’ potrebbe essere solo l’inizio. Alcuni esperti, fra i quali il ‘candidato al Congresso’ Tim Canova, sostengono che il Parlamento dovrebbe andare oltre e autorizzare che i fondi per le infrastrutture vengano concessi direttamente.
Per almeno un decennio think-tanks, commissioni e parti interessate hanno lottato perché il Congresso affrontasse l’impressionante arretrato nella manutenzione delle infrastrutture ed apportasse quei miglioramenti necessari per portarle nel 21° secolo.
Mentre il nostro disfunzionale Congresso combatteva senza sosta per il ‘fiscal cliff’ [1], la riforma fiscale, la riforma dell’assistenza sociale e la riduzione del deficit, paesi meno ricchi hanno superato gli Stati Uniti in materia d’innovazione ed efficienza.
Entrambe le Camere ed entrambi i Partiti politici concordavano sul fatto che qualcosa dovesse essere fatto, ma non riuscivano a mettersi d’accordo su dove trovare i fondi. I Repubblicani non erano disposti ad alzare le tasse ai ricchi e i Democratici non erano disposti a tagliare i servizi sociali per i poveri.
Lo scorso Dicembre, tuttavia, un compromesso è stato finalmente raggiunto. Il 4 Dicembre 2015 il ‘Dipartimento dei Trasporti’ ha raggiunto un accordo per finanziare le autostrade ed i progetti di trasporto pubblico. Il Presidente Obama ha firmato una Legge di 1.300 pagine volta alla loro realizzazione, per un importo di 305 miliardi di dollari.
Secondo l’ASCE [America Society of Civil Engineers] la somma è insufficiente per tutto il lavoro che deve essere fatto. Ciò nonostante questa Legge è da considerare come una conquista storica perché, dal 2005, mai il Congresso si era messo d’accordo su come finanziare sul lungo termine i progetti per le autostrade e per il trasporto pubblico.
Si tratta di una conquista storica perché il Congresso ha stabilito da dove avrebbe preso il denaro: lo prenderà in gran parte dalla Federal Reserve e dalle mega-banche di Wall Street. L’affare è stato riassunto in un articolo di Bloomberg dello scorso Dicembre, dal titolo ‘Highway Bill Compromise Would Take Money from US Banks’:
“”Le misure sulle autostrade sarebbero in parte finanziate attraverso l’utilizzo una-tantum delle riserve della Federal Reserve e la riduzione del 6% dei dividendi che le banche nazionali ricevono dalla Fed .… Le banche con assets minori di 10 miliardi di dollari sarebbero esentate dal taglio.
L’’eccesso di capitale’ [2] della Fed viene dalle 12 ‘Reserve Banks’ [3]. Il ‘disegno di legge’ per le autostrade consentirebbe il prelievo una tantum di 19 miliardi di dollari dal surplus, che al 25 Novembre 2015 era pari a 29,3 miliardi …. Le banche hanno vigorosamente combattuto il taglio dei dividendi che si stima possa generare, in favore del fondo fiduciario per le autostrade, circa 17 miliardi di dollari l’anno per 10 anni””.
In un articolo dello scorso Novembre su ‘Politico.com’, Zachary Warmbrodt ha scritto che la Federal Reserve aveva espresso ‘forti preoccupazioni sull’utilizzo di queste risorse per finanziare la spesa fiscale’.
Ma lo stesso Ben Bernanke – l’ex Presidente ora al ‘Brookings Institute’ – ha riconosciuto, in un post pubblicato sul blog dell’Istituto, che la Fed potrebbe operare anche con poco o addirittura nessun capitale [4], pur sostenendo che ‘non è una buona prospettiva o comunque un buon precedente’ assalire una Banca Centrale indipendente.
Per l’ex Presidente non si tratta di una buona cosa. Ma il Repubblicano Peter DeFazio (D-Oregon), membro della ‘Commissione per i Trasporti’ della Camera, ha replicato che:
“”Sostenere che questa Legge abbia violato l’integrità etc. etc. della Fed è assurdo. Si tratta di un organismo che crea denaro dal nulla […]. Se la Fed può salvare e concedere tassi d’interesse preferenziali alle banche, può fare qualcosa anche per l’economia reale e per l’americano medio. E’ giunto il momento che anch’essa dia una mano””.
E’ GIUNTA L’ORA
L’ora può davvero essere quella giusta. Per oltre un secolo i ‘populisti’ e i ‘riformatori’ hanno presentato al Congresso petizioni su petizioni per risolvere il problema dei finanziamenti, autorizzando il Governo ad esercitare il potere sovrano di emettere denaro in modo diretto, attraverso la Federal Reserve o il Tesoro.
Nel 1860 Abraham Lincoln emise banconote senza debito – le US-Notes o ‘greenbacks’ [5] – per finanziare gran parte della Guerra Civile, ma anche la ‘ferrovia transcontinentale’ e il sistema del ‘land-grant college’ [6].
Nel 1890, i ‘populisti’ cercarono senza successo di far rivivere questa forma di finanziamento delle infrastrutture. Al contrario, durante la Grande Depressione il Congresso autorizzò l’emissione di diversi miliardi di dollari di US-Notes nell’ambito del ‘Thomas Amendment to the 1933 Agricultural Adjustment Act’.
Nel 1999 il Repubblicano dell’Illinois, Ray LaHood, introdusse lo ‘State and Local Government Economic Empowerment Act (H. R. 1452)’, che autorizzava il Tesoro degli Stati Uniti a concedere prestiti senza interessi allo Stato e alle ‘amministrazioni locali’ per gli investimenti in infrastrutture.
Il Professore di Diritto Timothy Canova, se fosse eletto per rappresentare il ‘23° distretto congressuale’ della Florida – sconfiggendo il controverso Debbie Wasserman Schultz, attuale Presidente della ‘Democratic National Convention’ – si batterà per la reintroduzione di questo modello di finanziamento. In un articolo del Dicembre 2012 il Prof. Canova aveva scritto che:
… I banchieri di Wall Street e gli economisti mainstream sostengono che i ‘greenbacks’ e le altre proposte di questo tipo sarebbero inflazionistiche, deprezzerebbero il dollaro, il mercato delle obbligazioni e porrebbero fine alla civiltà occidentale.
Tuttavia, negli ultimi quattro anni, la Federal Reserve – che è giunta al suo terzo programma di Quantitative Easing – ha sperimentato proprio questo tipo di ‘programma’, creando nuovo denaro dal nulla sotto forma di crediti in Fed-Notes [banconote della Federal Reserve] per l’acquisto di migliaia di miliardi di dollari di obbligazioni dalle grandi banche e dagli hedge funds. Ma il valore del dollaro non è crollato e il mercato obbligazionario resta pur sempre forte.
Queste migliaia di miliardi di dollari di nuova creazione non hanno fatto colare a picco Main Street [7] e le classi medie in difficoltà. Tuttavia, i programmi implementati dalla Fed per puntellare le banche, il prezzo delle obbligazioni e il mercato azionario, non hanno portato loro alcun beneficio””.
“” I Quantitative Easings, per come sono stati praticati dalla Banca d’Inghilterra e dalla Federal Reserve, hanno inondato di denaro il settore finanziario a beneficio degli obbligazionisti, senza creare il cosiddetto effetto ricchezza, ovvero senza alcuna ricaduta per l’economia reale …
Se l’Unione Europea fosse stata abbastanza coraggiosa, avrebbe potuto finanziare la realizzazione di infrastrutture o di impianti per l’energia rinnovabile direttamente, tramite la creazione di moneta elettronica, senza dover prendere denaro in prestito. Il nostro Governo ha questa ‘autorità’, quello che manca è la ‘volontà politica’.
La ‘Confederation of British Industry’ ha calcolato che 1 sterlina spesa farebbe aumentare il PIL di 2,80 sterline, effetto del moltiplicatore monetario. Il QE della Banca d’Inghilterra pari a 375 miliardi di sterline è stato un’occasione sprecata””.
In un articolo pubblicato su ‘The Economist’ lo scorso mese di Novembre, il Direttore del FMI, Sig.ra Christine Lagarde, ha detto che:
“”Una ricerca del FMI dimostra che, nelle economie avanzate, un aumento della spesa per investimenti pari ad un punto percentuale di PIL, aumenta il livello complessivo della produzione di circa lo 0,4% nel corso dello stesso anno e dell’1,5% quattro anni dopo quell’aumento””.
“”Per l’Eurozona, l’analisi statistica dei ‘modelli di reddito e consumo’ suggerisce che 100 miliardi di euro di nuova creazione, distribuiti ai cittadini, porterebbero ad un aumento del PIL pari a circa 232 miliardi di euro.
Utilizzando i moltiplicatori fiscali del FMI, la nostra analisi empirica suggerisce che utilizzare questo denaro per finanziare 100 miliardi di euro di investimenti pubblici ridurrebbe la disoccupazione di circa un milione di unità e potrebbe essere, per lo stimolo del Pil, da 2,5 a 12 volte più efficace rispetto ai correnti QE””.
IL MITO DELL’IPERINFLAZIONE
L’invariabile obiezione che viene posta ai Governi che esercitano il potere sovrano di creare denaro è che questo esercizio porta all’iperinflazione. Ma i numeri che abbiamo appena visto smentiscono il presupposto.
Se spendere 100 miliardi di euro per le infrastrutture porta il PIL a 232 miliardi, i prezzi dovrebbero scendere più che salire, dal momento che la fornitura di beni e servizi (il PIL) crescerebbe di oltre due volte più velocemente della domanda (il denaro). La teoria convenzionale sostiene che i prezzi salgono quando troppi soldi sono a caccia di troppo pochi beni, ma in questo caso sarebbe vero il contrario.
In un editoriale dello scorso Novembre, il Washington Post ha ammonito il Congresso di non confondere la politica fiscale con quella monetaria, avvertendo che:
“”Molte ‘Repubbliche delle Banane’ … hanno dovuto affrontare dei gravi problemi dopo aver usato la loro Banca Centrale per facilitare i deficits di spesa dei loro Governi””.
Ma, secondo il Prof. Michael Hudson, che ha ampiamente studiato l’iperinflazione, non è che queste ‘Repubbliche delle Banane’ siano finite nei guai perché hanno stampato denaro.
La realtà è che quasi tutta l’iperinflazione fu causata dal crollo del cambio, generato dal servizio del debito estero. E’ questo, e non la spesa interna, che generò l’iperinflazione in Germania nel 1920, ma anche in Argentina ed in altri paesi latino-americani negli anni ’80 – e in precedenza in Cile.
PROMETTENTI POSSIBILITA’
Qualsiasi invasione del ‘tappeto erboso’ della Fed è vista con allarme da Wall Street e dai media mainstream. Ma per le persone che lottano per pagare le bollette e che soffrono per la fatiscenza delle infrastrutture questo sviluppo è promettente. La breccia sulla mura della Banca Centrale è stata aperta, anche se per il momento è solo una crepa. Il rivolo potrebbe un giorno diventare un flusso, un grande fiume di liquidità che potrebbe alimentare i motori della produttività di un’economia vivace.
Tuttavia, perché tutto ciò accada, abbiamo bisogno di una cittadinanza illuminata e di leaders del Congresso disposti a farsene carico. E’ questo ciò che rende la ‘corsa per il Congresso’ del Prof. Tim Canova uno sviluppo entusiasmante.
Ellen Brown
Tradotto da FRANCO
Fra parentesi tonda ( … ) le note dell’Autrice
Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore, ed inoltre:
[1] Scolasticamente, per ‘fiscal cliff’, in italiano ‘baratro fiscale’, si intende il tracollo economico che sarebbe provocato da un consistente aumento delle tasse giunto alla drastica riduzione della spesa pubblica.