A conferma, prova e testimonianza della bontà nelle teorie sulla moneta pubblica, esistono al mondo circa 5000 MONETE COMPLEMENTARI LOCALI, di cui 700 solo in Giappone. Ce ne sono in tutti i paesi “occidentali”, dall’Inghilterra alla Germania, dalla Svizzera alla Francia, dall’Argentina agli USA, e, ultimamente anche in Italia.
Una moneta complementare locale è una moneta creata da cittadini, associazioni, e talvolta Comuni, che si uniscono nel patto sociale, nella convenzione sulla quale nacque il denaro, e decidono di stamparsi la propria moneta, esente da debito pubblico, in quanto appunto pubblica e non chiesta in prestito a una banca centrale privata; una moneta creata nell’interesse di una comunità che si accorda, si convenziona, in base alle leggi del sistema monetario così come e’ descritto e esplicato dagli economisti non “ufficiali”.
Queste monete rappresentano la merce universale per gli scambi commerciali, su cui una piccola comunità può agire per far fronte alle crisi economiche.
Si sviluppano spesso nei piccoli comuni in quanto nelle piccole comunità è più semplice parlarsi, spiegarsi ed accordarsi, dove la fiducia reciproca e’ maggiore e la società non e’ stressata, individualista e dissociata come nelle grandi città,.
In queste comunità dove è adottata, il commercio rifiorisce, l’economia locale e’ ben supportata dall’ossigeno della moneta senza debito e senza interesse, ma soprattutto gli scambi commerciali aumentano grazie all’abbondanza del denaro pubblico, che viene stampato e accreditato in quantità sufficiente per tutti.
I commercianti cominciano ad adottare queste monete, in convenzione con i cittadini che la spendono nei negozi e con i produttori locali, che producendo tutto in zona, possono far fronte alle spese di gestione, stipendi compresi, senza dover ricorrere alla divisa ufficiale per gli acquisti fuori zona.
Inoltre favoriscono la produzione di cibi locali e genuini in quanto, se usata dai produttori locali, non potrà essere spesa nell’acquisto di prodotti chimici e OGM in mano alle multinazionali che preferiscono pagamenti in divisa ufficiale (visto che gli stessi banchieri sono anche proprietari delle corporations)
Sono complementari perché affiancano la divisa ufficiale utilizzata per le spese all’esterno della comunità, dove si rende necessaria per mancanza di quel patto sociale.
La loro origine risale alla fine dell’800 e agli inizi del ‘900, soprattutto durante la grande depressione, in quelle comunita’ che ben compresero il sistema monetario.
Tra le prime comunità ad utilizzarle ci furono le Isole di Jersey e Guernsey, nel Canale della Manica, attualmente indipendenti ma sotto la corona britannica.
L’isola di Jersey batteva la propria moneta fin dal medioevo, ma dovette rinunciarvi dopo che la rivoluzione francese, finanziata da banchieri, introdusse un sistema monetario privato.
In un momento di grossa confusione tra Francia e Inghilterra, nella metà dell’800, l’isola versava in pessime condizioni economiche, con numerose opere pubbliche incompiute e di primaria importanza.
La comunità decise così di stampare le proprie sterline, e il governo dell’isola riuscì, ne giro di 2 anni, a realizzare tutte le opere, senza indebitarsi o chiedere prestiti.
Ancora oggi l’isola stampa le proprie sterline, utilizzate anche per pagare le tasse (molto ridotte, intorno al 10% vista la mancanza di debito pubblico).
In Inghilterra (Norwich), nel 1987 sono stati creati i LETS dalla New Economy Foundation, che comincio’ a svilupparli in Scozia e Galles e successivamente in Australia. Oggi i sistemi monetari Lets sono 400 e coinvolgono circa 40.000 persone.
Attraverso i LETS si attivano asili nido, si erogano cure a malati cronici non più assistiti dal sistema nazionale sanitario, si affrontano le manutenzioni casalinghe senza esborso di danaro ecc. I rapporti con il governo britannico non siano stati sempre semplici, ma ora sono coinvolti numerosi enti locali.
L’unità locale, denominata in modo vario e fantasioso nei diversi sistemi (Oliver, Bright, Storie, Acorn, Beacon, Pigs, Onny ecc.), è frequentemente allineata alla sterlina.
Il LETS (Local Exchange Trading System) è un sistema studiato appositamente per trattare problemi associati alla moneta convenzionale. L’obiettivo di fondo è sia economico che sociale: da un lato permette l’acquisto di beni e servizi, pur non avendo denaro, sostenendo costi più bassi per i servizi rispetto al mercato, dall’altro è uno strumento per integrarsi nella comunità locale e costruire rapporti di buon vicinato.
Secondo alcuni economisti il sistema è potenzialmente interessante per le regioni ad alto tasso di disoccupazione perché permette alle persone di ottenere beni e servizi che non possono pagare con la moneta tradizionale.
ITHACA HOURS è una moneta locale nata ad opera di Paul Glover nel 1991 a Ithaca, una città dello stato di New York in Usa, come forma di contrasto a Wal-Mart, la catena di ipermercati americana, fonte di sfruttamento per produttori e lavoratori. Le Hours rimangono nella regione per pagare il lavoro locale e rafforzano gli scambi comunitari, espandendo una produzione ed un commercio maggiormente attento all’ecologia e alla giustizia sociale della comunità. Usando monete complementari locali si crea cioè un vantaggio a favore della sostenibilità locale, sia in termini ecologici che sociali.
Le Hours sono delle banconote complementari al dollaro, che possono essere usate in pagamento di beni e servizi nel raggio di 50 miglia intorno ad Ithaca. Una Ithaca Hour in termini di potere di acquisto vale dieci dollari, l’equivalente teorico di un ora di lavoro (da qui il nome “hours”, ore). Molti milioni di dollari di valore equivalente sono stati movimentati dai residenti e più di 500 aziende e 100 organizzazioni non profit la accettano.
II progetto Interser {Intercambio de Servicios, scambi di servizi) comincia ad essere concepito nel 1989 in Venezuela, ma è frutto di esperienze precedenti iniziate nel 1955. Il progetto Interser si è evoluto e oggi su internet è più conosciuto con il nome Notmoney.
La Red Global del Trueque (Rete Globale di Scambio) è un esperimento nato nel 1995 in Argentina. Alcune province argentine hanno sperimentato anche la realizzazione di una propria valuta. Quando il governo nazionale era impossibilitato al trasferimento fondi alle province, loro non avevano soldi per pagare i propri impiegati.
In Italia sono stati creati gli SCEC a Napoli (unica grande citta’ al mondo a riuscirvi) e in Veneto, mentre una moneta complementare e’ stata creata in Aspromonte facendola stampare proprio dalla zecca dello Stato.
Importantissimo e’ il progetto SIMEC del prof. Auriti realizzato dal Comune di Guardiagrele.
Siamo oggi tecnicamente in grado di realizzare il sogno dell’umanità, di provvedere ai bisogni di tutti gli abitanti del pianeta, lasciando alle macchine il compito di eseguire i lavori meno piacevoli. Quello che manca è la moneta per farlo. La moneta non è altro che una convenzione tra la gente di accettare ed usare un qualcosa come mezzo di scambio – che sia cartamoneta, monete, conchiglie, come avviene in alcune parti del mondo, o sigarette, come avviene durante una guerra. E’ possibile che il nostro modo di pensare sia diventato così stolto a causa della nostra incapacità di comprendere appieno il funzionamento della moneta?
Buongiorno,
RispondiEliminaho letto il tuo articolo sulle monete complementari, faccio parte di Tibex.net, un network di aziende del Lazio che basa il suo funzionamento attraverso lo scambio di beni e servizi tra aziende e liberi professionisti del lazio attraverso una moneta complementare il Tibex;
Se volessi ulteriori informazioni non esitare a contattarci
ti lascio i nostri recapiti: info@tibex.net; www.tibex.net
Cordiali saluti
GL
Grazie mille per la segnalazione, darò sicuramente un'occhiata e magari potremo sentirci!
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