DI
ALEXANDER AIVAZOV E ANDREJ KOBYAKOVRpmMonitor
L’economia
globale è davanti a una “onda lunga” di recessione
La
teoria dell’onda lunga di Kondratiev viene ricordata solo nei casi
di crollo
La
crisi finanziaria che è scoppiata negli Stati Uniti e che dopo ha
coinvolto tutto il mondo, richiede adeguate misure da parte della
comunità globale. Ma quali azioni dovrebbero essere considerate
adeguate in questo caso? Per rispondere a questa domanda dobbiamo
prima identificare le vere ragioni sottostanti che hanno creato la
crisi, e stimare la sua lunghezza e profondità. Gli economisti
liberali dogmatici continuano a convincerci che in diversi mesi, o
almeno in uno o due anni, tutto si “calmerà”, il mondo tornerà
ad un progressivo sviluppo, mentre la Russia si sposterà verso un
modello economico dell’innovazione. È veramente così?
Più
di 80 anni fa l’importante economista russo Prof. Nikolai D.
Kondratiev descrisse e dimostrò teoricamente l’esistenza di grandi
cicli di sviluppo economico (45-60 anni), all’interno dei quali le
“riserve dei maggiori valori materiali” globali vengono
nuovamente riempite, cioè in cui le forze produttive mondiali messe
assieme a ogni ciclo trascendono verso un livello più alto.
Secondo
Kondratiev, ogni ciclo ha una fase ascendente e una declinante. La
dinamica interna di cicli (denominati cicli K in base al suo nome) e
il principio della loro fluttuazione si basano sul meccanismo di
accumulazione, concentrazione, dispersione e svalutazione del
capitale come fattori chiave dello sviluppo dell’economia
(capitalista) di mercato.
Inoltre
Kondratiev indicò che questa regolarità ciclica esisterà finché
persiste la modalità capitalista di produzione. “Ogni nuova fase
del ciclo è predeterminata dall’accumulazione di fattori della
fase precedente, ogni nuovo ciclo segue il ciclo precedente in modo
tanto naturale quanto una fase di ciascun ciclo segue l’altra fase.
Però bisogna capire che ogni nuovo ciclo emerge in nuove particolari
condizioni storiche, su un nuovo livello di sviluppo delle forze
produttive, e perciò non è una semplice reiterazione del ciclo
precedente”. [Non una semplice reiterazione, ma di fatto una
reiterazione, in base allo schema oggettivo di Kondratiev. Vero solo
in un particolare sistema economico-finanziario].
Nikolai
Kondratiev riuscì a studiare solo due grandi cicli e mezzo,
terminando la sua ricerca sulla fase crescente del terzo ciclo. Egli
pubblicò il suo rapporto quando si era già nella fase discendente
del terzo ciclo, nel 1926, e quando la grandezza e lunghezza della
fase discendente non poteva ancora essere stabilita (così egli
predisse la grande depressione):
I.
Fase crescente: dalla fine degli anni 80 del 1700, inizio anni 90,
sino al 1810-1817.
Fase declinante: dal 1810-1817 al 1844-1851.
Fase declinante: dal 1810-1817 al 1844-1851.
II.
Fase crescente: dal 1844-1851 al 1870-1875.
Fase declinante: dal 1870-1875 al 1890-1896.
Fase declinante: dal 1870-1875 al 1890-1896.
III.
Fase crescente: dal 1890-1896 al 1914-1920.
Purtroppo
per la scienza economica internazionale Nikolai Kondratiev cadde in
disgrazia: nel 1928 egli perse la sua posizione di direttore del suo
istituto di ricerca; nel 1930 fu arrestato per “attività
antisovietiche” infine condannato a morte. I marxisti ortodossi,
comprendendo la storia come un processo lineare unidirezionale e
prevedendo il crollo del capitalismo il ” giorno dopo”,
percepirono la sua teoria del graduale miglioramento dell’ordine
capitalista come un’eresia pericolosa. Altri critici videro nel
regolare declino dell’economia che egli aveva descritto un
sabotaggio dei piani economici quinquennali (sebbene Kondratiev
avesse preso parte alla elaborazione del primo piano quinquennale).
Come risultato l’eredità scientifica di Kondratiev fu occultata
per quasi sessant’anni. Solo nel 1984 l’economista Stanislav
Menshikov, uno scienziato di fama mondiale coinvolto nelle previsioni
economiche per conto delle Nazioni Unite, amico e coautore di John
Kenneth Galbraith, riabilitò il nome di Kondratiev in un articolo
sulla rivista “Communist”.
Nel
1989 Menshikov e sua moglie pubblicarono col titolo “Long Waves in
Economy: When the Society Changes its Skin” ["Le onde lunghe
in economia: quando la società cambia la sua pelle"] la più
profonda analisi della teoria di Kondratiev. Un altro prominente
autore russo, Sergey Glazyev, contribuì alla teoria di Kondratiev,
fornendo un’analisi strutturale dei sottostanti cambiamenti negli
“schemi (modi) tecnologici”.
Il
nome di Kondratiev era ben noto agli economisti occidentali. Però
Stanislav Menshikov notò un fenomeno curioso: l’interesse alla
teoria dei grandi cicli solitamente ringiovaniva durante le fasi
declinanti, negli anni 20-30 e negli anni 70 e 80, mentre nelle fasi
crescenti, quando l’economia globale si sviluppa progressivamente e
le fluttuazioni, concordemente alla teoria di Kondratiev, non sono
molto profonde, l’interesse scompare.
Una
Depressione a lungo prevista
Le
previsioni di Nikolai Kondratiev furono pienamente confermate nel
periodo della grande depressione che coincise con il punto più basso
della fase declinante del terzo periodo. Una periodizzazione
ulteriore è argomento di polemica. I ricercatori si dividono
principalmente in due gruppi, applicando differenti approcci alla
determinazione di cicli.
Il
primo gruppo che basa le sue analisi principalmente sugli indici
dell’economia reale–quantità della produzione, dinamica
dell’impiego, attività di investimento e varie proporzioni
strutturali–ritengono che la fase declinante del terzo ciclo
terminò all’inizio della seconda guerra mondiale. La fase
crescente del quarto ciclo iniziò durante la guerra e continuò sino
a metà degli anni 60. La crisi del dollaro Usa e il crollo sistema
di Bretton Woods nel 1968-71 divenne il punto critico per la
transizione alla fase declinante, che corrispose con la crisi
petrolifera e la stagflazione degli anni 70. La “Reaganomics”
negli Stati Uniti e la politica di Margaret Thatcher in Gran Bretagna
segnarono la transizione al successivo quinto ciclo K, con la sua
fase crescente che ha coperto la seconda metà degli anni 80 e gli
anni 90.
Come
al solito, alla fine della fase crescente, nella cosiddetta zona di
saturazione, ci troviamo di fronte a fenomeni quali la diminuzione
della percentuale di guadagno nel settore dell’economia reale e un
imponente fuoriuscita di capitali verso la sfera della speculazione
finanziaria che generò prima un surriscaldamento del mercato
azionario (fine anni 90) e poi del mercato dei mutui (inizio anni
2000). I ricercatori di questo primo gruppo sono convinti che i cicli
si comprimono con l’intensificazione del progresso
scientifico-tecnologico: dagli anni 40 la lunghezza di un ciclo si è
ridotta da 50-55 a 40-45 anni.
Fase
declinante del terzo ciclo: dal 1914-1920 (negli Stati Uniti dalla
fine degli anni 20) al 1936-1940.
IV.
Fase crescente: dal 1936-1940 al 1966-1971.
Fase declinante: dal 1966-1971 al 1980-1985.
Fase declinante: dal 1966-1971 al 1980-1985.
V.
Fase crescente: dal 1980-1985 al 2000-2007.
Fase declinante: dal 2000-2007 sino approssimativamente al 2015-2025 (previsione).
Fase declinante: dal 2000-2007 sino approssimativamente al 2015-2025 (previsione).
VI.
Fase crescente: dal 2015-2025 al 2035-2045 (previsione).
Il
secondo gruppo di ricercatori, che si basa piuttosto sugli indici
finanziari, cioè sulla dinamica del mercato azionario e sulla
dinamica del tasso di guadagno sulle obbligazioni, estende la fase
declinante del terzo ciclo per l’intero periodo della seconda
guerra mondiale e la ricostruzione postbellica sino al 1949. In modo
simile al primo gruppo, essi collocano il punto estremo della fase
crescente a inizio anni 70, ma interpretano il declino di quel
periodo come una “recessione primaria” seguita da un plateau che
dura sino all’inizio del ventunesimo secolo. Essi indicano che un
simile plateau è corrisposto agli andamenti crescenti del mercato
azionario nei cicli precedenti, rispettivamente nel 1816-1835,
1864-1874, e 1921-1929. Il secondo gruppo di ricercatori stima la
durata media di un ciclo in cinquant’anni, ma l’ultimo ciclo
nella loro descrizione viene stranamente protratto oltre i
sessant’anni.
Perciò,
in base a questo secondo gruppo di analisti, la regolarità di
Kondratiev prosegue in questo modo:
Fase
declinante del terzo ciclo: dal 1914-1920 al 1949.
IV.
Fase crescente: dagli anni 50-70, con una “recessione primaria”
sino al 1982, seguita da un plateau sino agli anni 2000.
Fase declinante a partire da inizio, metà degli anni 2000.
Fase declinante a partire da inizio, metà degli anni 2000.
Perciò,
nonostante le significative differenze metodologiche degli approcci,
entrambi i gruppi di analisti identificano negli anni 2000 l’inizio
di un declino, cioè di una fase di depressione.
L’attuale
crisi è solo l’inizio
Di
fronte al declino ci aspettiamo un nuovo scoppio di interesse verso
la teoria di Kondratiev. Nel frattempo i monetaristi liberali le cui
idee hanno dominato la scienza economica negli ultimi 25 anni vengono
screditate, i loro sforzi di interpretare l’attuale crisi come una
fluttuazione temporanea nell’economia globale, rivela solo la loro
ignoranza economica. L’esperienza dei precedenti cicli K indica che
le misure tradizionali contro la crisi sono efficienti solo nella
fase crescente del ciclo, nel periodo di fiorente crescita quando le
recessioni sono leggere e transitorie sullo sfondo di uno sviluppo
progressivo dell’economia globale.
Gerhard
Mensch, uno scienziato che ha studiato simili processi durante la
fase declinante degli anni 70, ha sottolineato che sotto le
condizioni di deterioramento della congiuntura economica i metodi
monetaristi per risolvere il problema sono inefficienti, dato che
politiche restrittive del credito inevitabilmente colpiscono i prezzi
al consumo, mentre politiche liberali pro-attive favoriscono
operazioni di speculazione. E’ piuttosto naturale che l’approccio
fortemente restrittivo scelto dalla Banca centrale europea risulti in
una crescita dell’inflazione, sebbene cinque anni fa gli effetti
della stessa politica risultarono opposti. All’inizio della crisi
l’inflazione in Europa non superava il 2%, ma ad oggi il potere
d’acquisto è crollato, nonostante gli elevati livelli dei tassi di
rifinanziamento introdotti dalla BCE. Nel frattempo la politica
liberale, condotta sino a un periodo recente negli Stati Uniti, ha
alimentato la speculazione sul mercato azionario e l’espansione di
capitali fittizi (gonfiati), stimolando un incremento speculativo dei
prezzi nei settori dei beni più commerciabili: mercato immobiliare,
oro, petrolio e cibo. L’incremento dei prezzi non ha alcuna
relazione con la quantità di produzione e con la saturazione della
domanda.
Nonostante
tutti gli sforzi intrapresi dal presidente della BCE Jean-Claude
Trichet e dal presidente della Federal Reserve Ben Bernanke,
cambiamenti positivi non vengono raggiunti. L’economia globale deve
passare attraverso un periodo di ” ricarica” sbarazzandosi del
capitale sovraccumulato tramite una sua massiccia svalutazione nel
processo di una inevitabile e lunga recessione. La svalutazione del
capitale monetario probabilmente procederà attraverso una catena di
crack finanziari, che daranno inizio al terzo default del dollaro Usa
(come già avvenne negli anni 20-30 e negli anni 70). Perciò,
l’economia globale verrà scossa molte volte, l’attuale crisi è
solo un colpettino alla cravatta segno di eventi più grandi che
arriveranno nei prossimi anni. L’economia globale probabilmente
raggiungerà il suo punto più basso alla fine della fase declinante
del quinto ciclo K, tra il 2012 e il 2015.
Il
crollo del sistema finanziario Usa può avvenire uno o due anni in
anticipo nel caso che il nuovo presidente Usa scelga un approccio
dogmatico agli attuali problemi.
Titolo
originale: “Nikolai Kondratiev’s “Long Wave”: The Mirror of
the Global Economic Crisis”
Fonte:
http://rpmonitor.ru/en/Link
27.11.2008
27.11.2008
Scelto
e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO
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