1.
Introduzione
Nella
fase attuale di riforma, riteniamo che la struttura del sistema
bancario cinese presenti un carattere che ci azzardiamo a definire
altamente dinamico. Utilizzando tale concetto, è nostra primaria
intenzione quella di evidenziare una tendenza in atto. La posizione
di osservatori esterni ci consente infatti di cogliere una netta
contrapposizione tra l’ambiente in cui le banche cinesi si trovano
attualmente ad operare, e la situazione del passato recente.
La
nostra tesi si basa sulla constatazione di una duplice tendenza.
Innanzitutto, risulta evidente la volontà del policymaker di
lasciare spazio ad un’attività bancaria più orientata al mercato
e gradatamente aperta alla competizione1.
Il recente avvio della fase di commercializzazione delle banche
specializzate dello Stato è una manifestazione dello sforzo di porre
in essere una trasformazione qualitativa all’interno del settore
bancario, finalizzata ad impostarne la gestione su criteri di
efficienza2.
La misura dei mutamenti di tipo qualitativo è connessa alla
gradualità del trasferimento delle operazioni creditizie a sfondo
politico (policy loans) dalle
banche tradizionali a tre istituti speciali creati nel 1994.
Il
secondo aspetto rilevante è di carattere quantitativo: la comparsa
di nuove banche commerciali, la creazione di banche di credito
cooperativo nelle città, l’ulteriore apertura a banche e
istituzioni finanziarie estere, sono tutti fenomeni, risalenti agli
ultimi tre anni, che contribuiscono a conferire una conformazione
dinamica al settore bancario in Cina. A conferma di ciò concorrono
anche gli elevati tassi di crescita della sua dimensione
istituzionale, ed il corrispondente incremento del numero complessivo
di addetti. Se è pur vero quello che comunemente si afferma a
proposito della strategia di espansione delle banche cinesi,
considerata esageratamente aggressiva e riconducibile in gran parte a
ragioni di prestigio personale, è altrettanto vero che proprio la
dilatazione della rete bancaria a livello territoriale ha consentito
alle banche di canalizzare i crescenti risparmi delle famiglie verso
il settore reale dell’economia.
Prima
di entrare nel merito dell’analisi, vogliamo precisare che in Cina,
in linea di principio, non è ammessa la costituzione di banche
private. Le banche commerciali cinesi, al di là delle funzioni che
svolgono, rimangono di proprietà pubblica. Lo Stato, a seconda dei
casi:
a)
ne detiene la proprietà al 100% (banche specializzate e istituti
speciali),
b)
partecipa con una quota di maggioranza al capitale azionario (alcune
banche commerciali nazionali, banche di sviluppo regionale, banche di
credito cooperativo e casse di risparmio),
c)
esercita un controllo indiretto, quando le banche fanno capo a grandi
imprese statali (CITIC Industrial Bank, China Everbright Bank, Hua
Xia Bank).
Tuttavia,
alcuni segnali di data recente fanno presumere un mutamento
dello status
quo. Nel
dicembre 1994 fu data notizia che sarebbe presto diventata operativa
la prima banca commerciale privata della Cina, la China
Minsheng Bank3. L’annuncio
è stato confermato nel giugno 19954:
sarà la prima banca nazionale non-publicly
owned, di
proprietà della Federazione Cinese per l’Industria e il Commercio
(All-China Federation of Industry and Commerce, ACFIC). Avrà sede a
Pechino ed un capitale sociale di 3 miliardi di yuan ($361,45 mil)5.
Una nota di agenzia emessa lo scorso dicembre riportava che la
costituzione della China Minsheng Bank Co Ltd è stata formalmente
approvata dagli azionisti - 59 membri della ACFIC - e che una quota
azionaria superiore all’80% del capitale complessivo sarà
ripartita tra imprese non-statali6.
Interpretiamo
l’evento quale ulteriore conferma del dinamismo che pervade il
settore bancario della RPC. D’altra parte, la posizione di coloro
che preferiscono enfatizzare il carattere statico, la lentezza dei
progressi o l’assenza di immediati sviluppi nel sistema bancario
cinese, forse pecca di eccessivo pessimismo7.
La strategia cinese di modernizzazione ha scelto una strada diversa
da quella della privatizzazione e dell’apertura tout
court alle
banche estere, così come l’approccio alla transizione verso una
struttura economica più vicina al mercato non ha annullato la
produzione nei settori statali. Ci piace pensare che alla base di
tale scelta vi sia la volontà di rendere compatibili gli ideali di
un’economia socialista con l’efficienza del libero mercato.
2.
Una sintesi dell’evoluzione del settore bancario cinese
A
partire dalla fine degli anni settanta, il sistema bancario della RPC
ha subito gli effetti di tre distinti programmi di riforma, lanciati
rispettivamente nel 1979, nel 1984 e nel 1993. Nel corso degli ultimi
quindici anni, le banche specializzate dello Stato sono quindi state
protagoniste di una lenta ma progressiva metamorfosi che ha coinvolto
l’intero settore finanziario, e che le ha rese più affini agli
intermediari finanziari che le istituzioni occidentali riconoscono:
un tramite tra le unità economiche in surplus e le unità in
deficit.
Il
processo di diffusione delle banche commerciali e delle istituzioni
finanziarie non-bancarie (NBFIs) ha avuto inizio nella seconda metà
degli anni ottanta. La sua portata è stata tale da configurare, già
in quegli anni, una situazione di dualismo istituzionale.
Parallelamente, furono aperte le porte alle banche estere, sebbene
sotto il divieto di condurre operazioni in valuta locale. Nel
complesso, la crescita e la diversificazione delle istituzioni
finanziarie ha contribuito a dare all’andamento della riforma un
carattere irreversibile.
Fino
al 1987, in Cina esistevano solamente quattro banche, operanti sulla
base di una rigida specializzazione settoriale (industria e
commercio, costruzioni di base, scambi con l’estero, agricoltura).
Tra il 1987 e il 1993, ad esse si sono aggiunte dieci banche
commerciali. Si può dire che solo dai primi anni novanta le banche
commerciali siano riuscite a dar vita ad un proprio sistema, in grado
di porre fine al monopolio delle banche specializzate e di promuovere
la competizione nell’industria bancaria cinese.
Nel
1993 la situazione complessiva dell’economia cinese si presentava
alquanto problematica. II sistema bancario, cresciuto in modo caotico
sull’onda di uno sviluppo rapido, non aveva avuto il tempo di
affinare gli strumenti di controllo. Durante il 1994, viene quindi
avviata la terza grande campagna di riforma finalizzata a creare una
struttura finanziaria compatibile con il mantenimento di crescita e
sviluppo. Tra gli obiettivi, la trasformazione delle banche
specializzate in entità commerciali rappresenta forse la più
formidabile sfida con cui la Cina dovrà scontrarsi nei prossimi
anni.
-
Il nuovo modello di pianificazione decentralizzata del credito è
attuato a livello nazionale.
-
Nascono le prime Trust and Investment Corporations (TICs), create
dalle filiali provinciali della PBOC.
1981
- Nasce la China Investment Bank (CIB) - Prima emissione di Titoli del Tesoro (a lungo termine).
1982
- Viene ristabilita la People’s Insurance Company of China (PICC)
1984
II Riforma Bancaria - Istituzione della Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) - Le attività commerciali della PBOC vengono trasferite alle quattro banche specializzate (ABC, BOC, PCBC, ICBC) - La PBOC diviene a tutti gli effetti la banca centrale della RPC.
1986
Gli enti statali ricevono l’autorizzazione a creare banche commerciali proprie, svincolate dalla maggior parte delle restrizioni politiche che caratterizzano la gestione delle banche specializzate.
3.
Quadro generale
Le
funzioni consuete e tradizionali di banca centrale sono svolte dalla
Banca Cinese del Popolo (People’s
Bank of China PBOC):
a livello istituzionale la PBOC rappresenta il dipartimento cui fa
capo il settore bancario, sottoposto alla leadership del Consiglio di
Stato, di cui funge anche da Tesoro8.
La PBOC rappresenta ufficialmente la Cina nelle organizzazioni
monetarie internazionali, quali il FMI e la Banca Mondiale (dal
1980), e la Banca Asiatica di Sviluppo (dal 1985)9.
Per effetto della recente riforma bancaria, la PBOC svolgerà
gradualmente le proprie funzioni secondo criteri che tendono ad
avvicinarsi a quelli occidentali di autonomia, vigilanza e controllo
prudenziale sul sistema bancario. I compiti della PBOC includono:
formulazione e direzione della politica monetaria, formulazione del
piano creditizio e del piano del circolante, fissazione dei tassi di
interesse, regolamentazione dei mercati finanziari. Alla PBOC è
affiliata l’Amministrazione dello Stato per il Controllo dei Cambi
(SAFEC), agenzia governativa che controlla la stabilità del tasso di
cambio. Inoltre la Banca Centrale è affiancata da una Commissione di
Politica Monetaria, le cui funzioni sono stabilite dal Consiglio di
Stato10.
Sotto
la Banca Centrale, possiamo suddividere il settore bancario in otto
aggregati che comprendono:
1)
quattro banche specializzate dello Stato,
2)
tre istituti speciali dello Stato per lo sviluppo nazionale,
3)
oltre 57 mila cooperative di credito,
4)
alcune banche cooperative urbane,
5)
quattordici banche commerciali,
6)
due casse di risparmio,
7)
istituzioni finanziarie estere (FFls),
8)
istituzioni finanziarie non bancarie (NBFIs).
1.
Banche (commerciali) specializzate
Il
primo gruppo costituisce il nucleo del sistema bancario, in quanto
gestisce circa l’80% delle attività finanziarie della Cina. Esso è
rappresentato dalle quattro tradizionali banche specializzate
interamente di proprietà dello Stato: Banca Cinese per
l’Industria e il Commercio (ICBC), operante
prevalentemente nelle aree urbane per l’erogazione di capitale
circolante alle imprese di medie e grandi dimensioni; Bank of
China (BOC) per il commercio estero e i flussi
internazionali di capitale; Banca Cinese del Popolo per le
Costruzioni (PCBC) cui competono gli investimenti fissi, a
medio-lungo termine; Banca Cinese per l’Agricoltura (ABC)
che si occupa del finanziamento dell’economia rurale (produzione
agricola e non-agricola).
La
denominazione di banche specializzate deriva dal fatto che ognuna di
esse occupa, in linea di principio, un particolare segmento del
mercato cinese, realizzando interventi che applicano le particolari
indicazioni del Governo per il comparto specifico. Sebbene ancora
ampiamente segmentate nelle loro rispettive attività, le banche
specializzate sono state autorizzate a diversificarle dal 1985.
Prima
della riforma del 1994, oltre ad assolvere le funzioni commerciali,
le banche di Stato erano ufficialmente responsabili del sostegno alle
politiche economiche del Governo, fungendo da canali per la fornitura
dei finanziamenti provenienti dal bilancio statale. Con la riforma,
esse sono diventate de
iure banche
commerciali. La nuova Legge bancaria, entrata in vigore il 1° luglio
1995, si pone come obiettivo principale quello di garantire una
gestione indipendente delle banche di Stato, sotto il controllo di
una banca centrale indipendente. Essa impone che le banche
commerciali rispettino gli standards internazionali
con riguardo sia all’adeguatezza del capitale che al rapporto
attivo/passivo. Tuttavia, le banche specializzate rimarranno
sottratte all’osservanza della nuova regolamentazione per un
periodo che, secondo quanto dichiarato dalle autorità monetarie,
potrà variare dai 5 ai 10 anni11.
Di fatto, nonostante siano state liberate formalmente dal peso dei
prestiti di mandato governativi, devono ancora concedere
finanziamenti alle imprese di Stato12.
Secondo
il rapporto annuale della banca centrale, i punti chiave della
riforma delle banche di Stato saranno:
1)
l’istituzione di un nuovo meccanismo di incentivi per
l’assegnazione del personale e dei salari; 2) l’imposizione di
obiettivi di profitto e di qualità, e l’avvio di un processo di
rettifica interna; 3) l’istituzione graduale di un sistema di
valutazione della performance; 4) il consolidamento della struttura
organizzativa, l’ampliamento della sfera di affari, la separazione
delle proprie attività da quelle di società non finanziarie,
società finanziarie e società di investimento ad esse affiliate13.
2.
Istituti speciali per lo sviluppo
Nel
1994 l’attività di finanziamento allo sviluppo economico è stata
trasferita a tre nuovi istituti di credito, denominati: Banca
Cinese per lo Sviluppo Nazionale (SDBC),
per il finanziamento dei progetti infrastrutturali nazionali e dei
progetti industriali di grandi dimensioni; Banca
Cinese per le Importazioni e le Esportazioni (EIBC),
con il compito di finanziare le attività di import-export a lungo
termine; Banca
Cinese per lo Sviluppo dell’Agricoltura (ADBC), per
il finanziamento di specifiche attività di importanza nazionale
relative al settore agricolo. Le nuove banche non assorbono depositi
dal pubblico e le loro fonti principali di finanziamento sono
allocazioni di bilancio, risconto bancario, emissione di
obbligazioni, utilizzo indiretto di depositi postali14.
La loro creazione mira alla riacquisizione del controllo da parte del
governo centrale sui maggiori progetti infrastrutturali. Ciò è
visto come fattore chiave per frenare gli inarrestabili effetti
inflazionistici degli investimenti fissi15.
3.
Cooperative di credito
Accanto
alle banche di Stato, esiste una vasta rete di decine di migliaia di
cooperative di credito rurale (RCCs) e di 4-5 mila cooperative di
credito urbano (UCCs)16.
Si tratta di istituzioni finanziarie non-bancarie, formalmente
indipendenti, di proprietà collettiva. Di fatto, sono poste sotto la
giurisdizione rispettivamente della ABC e della ICBC, presso le quali
sono tenute a versare una quota dei propri depositi. Le cooperative
di credito svolgono una funzione molto importante nel sistema
finanziario cinese: oltre a fornire prestiti e servizi di pagamento
in città e villaggi, esse rappresentano il canale principale per la
raccolta del risparmio individuale a livello locale. Nelle zone
urbane, le UCCs sono il punto di riferimento sia per le piccole unità
di produzione di proprietà collettiva, sia per le imprese private a
conduzione familiare, per le quali è più difficile stabilire
rapporti di credito con le grandi banche di Stato. Le RCCs possono
essere considerate una specie di prolungamento della rete della ABC.
Se ne comprende l’importanza, se si considera che più del 70%
della popolazione cinese vive nelle zone rurali. I loro depositi
provengono per oltre tre quarti dai risparmi delle famiglie
contadine. Dell’enorme ammontare di risorse, più della metà viene
destinato al finanziamento delle imprese di villaggio.
4.
Banche di credito cooperativo
Sempre
nell’ambito della politica di commercializzazione bancaria, a
partire dal 1995 la Cina ha iniziato a trasformare alcune cooperative
di credito urbano in banche di credito cooperativo, in cinque città
su base sperimentale17.
Si prevede una rapida espansione di questo tipo di istituzione
bancaria, concepita per servire lo sviluppo economico delle
piccole-medie imprese nelle città. Nonostante il carattere
cooperativistico, avranno lo status di
banche commerciali ad emissione azionaria. Potranno acquistare le
azioni i dipartimenti finanziari locali, le piccole e medie imprese,
i privati per scopi commerciali, i residenti e le banche
specializzate, ma non si tratterà comunque di banche private18.
Lo stesso esperimento dovrebbe in futuro riguardare anche le zone
rurali, con ti creazione di banche rurali di credito cooperativo
sulla base delle cooperative esistenti, in modo da modificare il
rapporto di subordinazione tra queste ultime e la ABC19.
Ad ogni modo, le cooperative di credito tradizionali continueranno ad
esistere e svilupparsi.
In
questa categoria rientrano anche due banche urbane regionali ad
emissione azionaria, la cui origine risale alla fine degli anni
ottanta, denominate Shenyang Cooperative Bank e Chengdu Hui Tong
Cooperative Bank.
5.
Banche commerciali
Possiamo
suddividerle in quattro sottogruppi:
a)
sei banche commerciali nazionali: sono banche a competenza
generale le cui attività non sono sottoposte all’osservanza dei
limiti o degli obiettivi fissati dal piano creditizio, nè si
rivolgono a segmenti determinati di operatori economici. A loro
volta, possono essere ripartite in due raggruppamenti. Nel primo
rientrano le tre banche a capitale azionario, dove lo Stato è il
principale azionista: Banca delle Comunicazioni (BOCOM), China
Merchants Bank, Fujian Industrial (Xinyeh) Bank: Nel secondo
rientrano tre banche di proprietà di altrettante imprese statali:
CITIC Industrial Bank (CITICIB), China Everbright (Guangda) Bank, Hua
Xia Bank. Queste banche sono state create nel 1993, ad eccezione di
BOCOM e CITICIB, attivate nel 1987;
b)
cinque banche di sviluppo regionale: sono
banche commerciali a carattere regionale e ad emissione azionaria,
denominate Guandgong Development Bank (GDB), Shenzen Development Bank
(SDB), Shanghai Pudong Development Bank (SPDB), Xiamen International
Bank (XIB), Hainan Development Bank20;
c)
due banche di investimento: entrambe
controllate dalla PCBC, a livello nazionale opera la China Investment
Bank (CIB), mentre sul piano internazionale è entrata in funzione la
nuova China International Capital Corp. Ltd. (CICC)21.
Istituita ufficialmente nell’agosto 1995 con un capitale sociale di
$100 milioni, la CICC è il primo gruppo bancario di investimento di
matrice internazionale della Cina, frutto di una joint-venture tra
PCBC (che partecipa con una quota del 42,5%), Morgan Stanley Croup
Inc. (35%), China National Investment and Guarantee Corp, Government
of Singapore Investment Corp e Hong Kong-based Mingly Corp. Ltd, che
detengono ciascuna il 7,5% del capitale. La CICC rivestirà un ruolo
importante nello sviluppo e nella standardizzazione del mercato dei
capitali. Ad essa sarà consentito, in via straordinaria, di accedere
al mercato azionario e valutario domestico direttamente con capitale
proprio, operando sotto un regolamento speciale emanato dal Consiglio
di Stato22.
La società si occuperà anche della raccolta di fondi per lo
sviluppo delle infrastrutture e dell’industria di base, e
contribuirà a creare un mercato degli investimenti più
standardizzato e con un elevato grado di internazionalizzazione. Uno
dei compiti della CICC sarà quello di introdurre in Cina un’ampia
gamma di attività bancarie e di servizi di consulenza, tra cui
servizi di assistenza alle imprese in fase di ristrutturazione
e project
financing. Inoltre,
aiuterà gli investitori esteri ad effettuare investimenti diretti
nelle imprese cinesi23;
d)
una banca commerciale privata, la China Minsheng Bank Co Ltd
(in procinto di diventare operativa).
6.
Casse di risparmio
Questo
gruppo include due banche a carattere regionale che si occupano della
raccolta di risparmio e dell’erogazione di prestiti in campo
immobiliare, denominate Yantai Housing Saving Bank e Bangbu Housing
Saving Bank.
7.
Istituzioni Finanziarie Estere (FFls)
Al
fine di promuovere una maggiore apertura verso il resto del mondo e
creare le condizioni per un ambiente competitivo, le autorità cinesi
stanno considerando di concedere ampia libertà di ingresso a banche
e istituzioni finanziarie estere. Nell’aprile del 1994 la banca
centrale ha emanato il "Regolamento sulle Istituzioni
Finanziarie d’Investimento Estere" (FFIs), per disciplinarne
l’insediamento nelle zone stabilite dal Consiglio di Stato24.
La banca centrale, nel suo rapporto annuale, ha evidenziato che alla
fine del 1994 erano presenti in Cina 393 uffici di rappresentanza e
118 isituzioni finanziarie estere, comprendenti 99 filiali
bancarie25.
Attualmente sono 14 le città costiere in cui gli stranieri possono
avviare attività finanziarie26.
In otto di questi centri finanziari è stato inaugurato ufficialmente
l’8 marzo 1995 l’Express Mail Service (EMS), il servizio di
trasferimento di moneta internazionale, su cui per il momento sono
trasferibili solo Renminbi e US$.
8.
Istituzioni Finanziarie Non Bancarie (NBFIs):
a)
Intermediari non bancari: in
Cina esiste una vasta, diversificata e crescente rete di intermediari
finanziari non bancari, di cui fanno parte27:
1)
la Compagnia di Assicurazione del Popolo (PICC) e 12 gruppi
assicurativi ad essa affiliati o a carattere regionale.
Complessivamente esistono 25 compagnie di assicurazione28,
ma la PICC controlla il 90% del mercato;
2)
387 società di trust e di investimento, nazionali (TICs) ed
internazionali (ITICs), legate nella maggioranza dei casi ad una
delle banche specializzate o ai governi locali. Esse ricevono
depositi e compiono operazioni finanziarie di vario genere per conto
di governi e imprese, in favore dei quali emettono garanzie, ed
effettuano investimenti di ogni tipo, anche a titolo di risorse
proprie. La più importante società a livello internazionale è la
China International Trust and Investment Corporation (CITIC);
3)
63 società mobiliari controllate dal Ministero delle Finanze29,
e 87 società mobiliari affiliate a banche specializzate o TICs, e
controllate dalla PBOC;
4)
29 società finanziarie30 e
più di 60 società di leasing31,
di cui 27 sono il prodotto dijoint-ventures;
5)
più di 20.000 uffici postali per la raccolta del risparmio32;
b)
Mercati dei Capitali: in
questo gruppo rientrano tutte le Borse presenti nelle diverse
province, tra cui le più importanti (ormai a livello nazionale) sono
le due Borse di Shanghai e Shenzhen, dove vengono quotati e trattati
tutti i tipi di titoli. Il mercato dei capitali include: mercato dei
titoli di Stato, mercato azionario, mercato valutario, mercato
dei futures. È
in progetto lo sviluppo dei mercati dei capitali a lunga scadenza,
sia attraverso l’istituzione di fondi pensione, fondi ipotecari e
altre fonti di capitale a lungo termine, sia rafforzando la
regolamentazione dei mercati mobiliari. A cominciare dalla
promulgazione del "Regolamento provvisorio per l’emissione dei
titoli e la gestione delle transazioni", emanato all’inizio
del 1993, sono state pubblicate una serie di norme e regolamenti che
hanno offerto relative garanzie di maturità del mercato. Ciò ha
consentito alla borsa valori cinese di accrescere il proprio grado di
internazionalizzazione. Innanzitutto si è allargato il mercato
specializzato nella trattazione di azioni di tipo B33;
in secondo luogo alcune società cinesi sono state quotate sul
mercato di Hong Kong e su quello americano. La trattazione sul
mercato secondario dei titoli ha sperimentato non solo un incremento
quantitativo, ma anche un superamento delle frontiere del mercato
regionale, rendendo le borse di Shanghai (SHE) e di Shenzhen (SZE) i
due centri finanziari del mercato nazionale dei titoli.
4.
Dimensione istituzionale del settore bancario34
La
PBOC e le 4 grandi banche specializzate di proprietà dello Stato
hanno una rete di filiali altamente decentralizzata, che alla fine
del 1993 totalizzava oltre 137.800 unità in tutto il Paese. La cifra
complessiva include anche gli uffici di deposito a risparmio
affiliati alle banche specializzate (71.242 alla fine del 1993) e gli
uffici commerciali bancari. Se aggiungiamo anche le filiali di PICC
(Compagnia di Assicurazione del Popolo) e BOCOM (Banca delle
Comunicazioni), si superano le 143.700 unità operative, in un
rapporto con la popolazione di poco superiore a 1,2 sportelli su 10
mila abitanti. Se però si considera anche la rete complessiva (unità
a contabilità indipendente e non) delle cooperative di credito, il
rapporto tra il numero degli sbocchi sul mercato e popolazione totale
diventa di oltre 4 sportelli su 10.000 abitanti35.
L’organizzazione delle filiali non è basata su criteri economici,
ma sulla struttura amministrativa del Paese. Ogni banca ha
tipicamente un ufficio centrale, circa 30 filiali a livello
provinciale, in media 350 filiali a livello di comuni e prefetture e
2000 filiali a livello di contea.
Alcune
delle banche specializzate hanno persino sub-filiali al di sotto del
livello di contea: ad esempio, la ABC ha oltre 31.700 filiali minori
a livello locale, mentre la ICBC ne ha quasi 4.000. La ABC è la
banca di Stato con un maggior numero di sportelli (quasi 60 mila a
fine 1993), mentre la BOC è quella meno estesa territorialmente.
Comunque, la dimensione delle filiali varia notevolmente in relazione
alla struttura amministrativa del Paese: una filiale provinciale è
molto grande, mentre un ufficio di deposito locale può consistere
anche di soli tre addetti, sebbene entrambi siano registrati come
"filiali" bancarie36.
Tra
il 1991 e il 1993, la banca che ha registrato il tasso di crescita
maggiore è stata la Banca delle Comunicazioni (BOCOM), passata da
418 sportelli nel 1991 a circa un migliaio alla fine del 1993, con un
incremento del 138%. Essa è seguita dalla BOC, cresciuta nello
stesso periodo del 55,4%.
II
settore nel suo complesso è in rapida espansione e ciò è
dimostrato dal tasso di incremento delle unità isituzionali
bancarie, compreso il settore assicurativo: rispetto al 1992 si è
verificato un incremento generale del 10,2%.
Particolarmente
rilevante è risultata l’espansione della rete di uffici bancari
urbani, a livello periferico e distrettuale, che dal 1992 al 1993
sono praticamente triplicati.
Per
avere un’idea completa del quadro istituzionale bancario della Cina
dobbiamo prendere in considerazione un altro elemento preponderante
del sistema, e cioè la rete non-bancaria delle cooperative di
credito rurale. Complessivamente, il numero delle istituzioni legate
al credito rurale, esclusa la rete della ABC, è quasi due volte e
mezzo quello del sistema bancario statale, totalizzando 339.942 unità
alla fine del 1993. Tale cifra include sia le cooperative di credito
a contabilità indipendente sia le loro filiali, gli uffici di
deposito a risparmio e le credit stations. Queste
ultime rappresentano la componente principale della struttura
adottata dalle cooperative rurali: alla fine del 1993 contavano
240.193 unità. Le stazioni del credito sono composte da uno o due
lavoratori a tempo parziale, generalmente membri della stessa brigata
di produzione in cui opera la credit station. La
struttura istituzionale nelle campagne risulta quindi molto
flessibile, data la vastità del territorio e l’enorme numero di
abitanti presenti, che contano per oltre il 70% della popolazione.
5.
Dimensione occupazionale
Alla
fine del 1993 i lavoratori a tempo pieno impiegati nel settore
bancario dello Stato (considerando, oltre a banca centrale e banche
specializzate, anche la BOCOM) erano 1.778.059, ai quali vanno
sommati 115.898 addetti del settore assicurativo, per un totale di
1.893.957 impiegati a tempo pieno37.
Ciò significa che nell’arco di poco più di dieci anni l’impiego
nel settore bancario e assicurativo statale è aumentato di oltre il
150%, considerando che alla fine del 1982 vi erano impiegate 750.000
unità38.
Aggiungendo anche gli addetti a tempo pieno delle cooperative di
credito rurale (594.000 a fine 1993) risulta che gli occupati nel
settore creditizio e assicurativo cinese erano circa 2,5 milioni alla
fine del 199339.
Le due banche con maggior numero di addetti sono la ICBC e la ABC,
con una media di 545.000 impiegati a tempo pieno a fine 1993. Questi
numeri ci impressionano per la loro esiguità: in rapporto alla
dimensione del Paese, l’occupazione nel settore
dell’intermediazione monetaria e finanziaria in Cina è bassa, se
confrontata con quella di altri Paesi in via di sviluppo (tranne
l’ex-URSS), rappresentando solo lo 0,4% dell’occupazione
totale40.
I
dati relativi al periodo 1991-1993 mostrano che gli occupati del
settore bancario stanno aumentando a ritmi sostenuti. I tassi di
crescita del numero di addetti pongono ancora la BOC al primo posto
con un incremento di oltre il 110% tra il 1991 e il 1994, seguita
dalla BOCOM con un +76,42%. Per le altre banche, i ritmi di crescita
sono in media pari al 10%, ad eccezione della PCBC, che presenta un
tasso più alto (30%). Anche il settore assicurativo prospetta una
dinamica occupazionale in fase espansiva, in corrispondenza della
crescita della dimensione istituzionale. Per quanto riguarda le
banche commerciali nazionali, si stima che gli occupati siano
complessivamente 40mila41,
una cifra che scompare di fronte a quella del settore statale, e che
trova una giustiticazione nella limitata rete di filiali, concentrate
nelle città maggiormente orientate all’esportazione, soprattutto
nelle zone costiere.
6.
Dimensione dell’attività bancaria nelle maggiori banche cinesi
Il
primo aspetto che viene in evidenza analizzando i dati relativi alla
dimensione dell’attivo delle banche cinesi riguarda l’enorme
divario esistente tra le banche specializzate e le altre banche
commerciali nazionali. In base ai dati di bilancio, possiamo pertanto
dividere il settore bancario cinese in tre gruppi di banche, di
dimensioni grandi - medie - piccole, rispettivamente con attività
superiori a 1.000 mld di yuan ($120 mld), comprese fra i 300 e i 40
mld di yuan ($36,1 mld -$4,8 mld), inferiori a 10 mld di yuan ($1,2
mld). Alla fine del 1994, le attività delle banche commerciali
nazionali, e cioè di quelle piccole e medie, ammontavano
complessivamente a 454,226 mld di yuan, equivalenti a meno del 6,4%
delle attività delle banche dello Stato. A fronte di ciò, esse
presentano comunque tassi di crescita elevati, che nell’ultimo anno
hanno raggiunto un livello medio dell’82,9% (con una punta massima
del 182% relativa alla China Merchants Bank), contro una variazione
positiva media delle attività delle banche specializzate pari al
34,5%.
La
prima banca cinese per totale di attività è la ICBC, seguita da
BOC, PCBC e ABC: complessivamente, le attività delle quattro banche
specializzate ammontavano, alla fine del 1994, a 7.125,251 mld di
yuan ($858,46 mld). La dimensione dell’attivo per le singole banche
varia da un massimo di 2.633,938 mld di yuan ($317,34 mld) per la
ICBC, ad un minimo di 1.255,851 mld di yuan ($151,31 mld) per la ABC.
Rispetto al 1993, la crescita più rapida è stata registrata dalla
BOC, le cui risorse sono aumentate del 50,7%.
La
voce "utili prima delle imposte" evidenzia una netta
differenza tra la performancedi
ICBC e BOC e quella di PCBC e ABC, poichè le prime due registrano un
risultato lordo di oltre 12 mld di yuan, contro i 5,7 mld di yuan
della PCBC e i 526 milioni di yuan della ABC. Un’ulteriore
considerazione riguarda il rapporto tra il capitale proprio e il
totale attivo: da questo punto di vista, la banca specializzata più
solida è la BOC, con un indice di poco superiore al 4%, mentre la
PCBC presenta la situazione più a rischio con riferimento all’intero
sistema bancario. Si tratta di livelli di capitalizzazione ritenuti
eccessivamente bassi, e che sono il risultato della norma che
imponeva alle banche dello Stato, in quanto enti amministrativi del
governo, di trasferire i fondi insurplus al
bilancio statale42.
La
dimensione dell’attivo delle altre banche commerciali nazionali è
proporzionalmente esigua, ma, come accennato, si tratta di banche in
forte espansione, il cui decollo è da associare necessariamente alla
parallela caduta del monopolio delle banche di Stato. La predominanza
assoluta spetta alla Banca delle Comunicazioni, che, con i suoi 279,5
mld di yuan di attività, si distanzia notevolmente dalle altre
banche commerciali. Nel gruppo delle banche di medie dimensioni, la
BOCOM è seguita da CITIC Industrial Bank, China Merchants Bank e
China Investment Bank, con attività che rientrano nella fascia tra i
70 e i 44 mld di yuan. Nel complesso, le banche commerciali
dispongono tutte di una discreta posizione relativamente al rapporto
capitale proprio/attivo, oscillante da un valore minimo del 4,6% per
la CITICIB ad un massimo del 17,4% per la Hua Xia Bank. La China
Merchants Bank è la banca con i tassi di crescita più elevati
relativamente a tutte le principali voci di bilancio; essa è la
seconda banca, dopo la BOCOM, per valore degli utili, più che
raddoppiati tra il 1993 e il 1994.
I
dati, illustrati a grandi linee, non sono di per sè indicativi dei
gravi problemi di bilancio che il settore bancario cinese deve
fronteggiare. Questi, come vedremo, includono a) la
sottocapitalizzazione delle banche specializzate, b) un alto grado di
rischiosità dovuto alla notevole incidenza delle posizioni in
sofferenza e alle partite incagliate, relativamente ai prestiti
concessi alle imprese di Stato, c) la carenza di personale
qualificato e di dotazione tecnica. Non è dato di conoscere quale
sia la reale entità della componente costituita dalle sofferenze
bancarie. Si ritiene comunemente che il rapporto tra i cosidetti dead
loans (prestiti
su cui non sono stati pagati interessi per oltre tre anni) e il
portafoglio prestiti complessivo delle banche specializzate, oscilli
tra il 20% e il 30%. Inoltre, pare che almeno il 5% di tali prestiti
sia stato dichiarato irrecuperabile43.
Fonti ufficiose hanno avanzato l’ipotesi che, sia messo a rischio
il 60% dei prestiti concessi alle imprese di Stato, i quali
contaminerebbero il 40% del portafoglio prestiti44.
La creazione dei nuovi istituti speciali per lo sviluppo, d’altra
parte, non ha comportato la ristrutturazione delle partite a rischio.
Un problema ulteriore è rappresentato dalla scarsa o inesistente
adesione a parametri contabili in linea con gli standards
internazionali, che minaccia la credibilità dei dati sugli utili di
gestione. Questi problemi si sono riflessi nel 1995 nel peggioramento
delrating dei
titoli a lungo termine, che l’agenzia di rating internazionale
Moody’s ha abbassato, in aprile, da A3 a Baa145.
Dal
punto di vista delle risorse disponibili, l’aumento più
significativo riguarda la raccolta diretta: tra il 1990 e il 1994, il
volume totale dei depositi è aumentato del 151%, portandosi ad un
livello prossimo ai 3 mila miliardi di yuan ($353,77 mld, al tasso di
cambio di 8,48 di yuan per 1$ del dicembre 1994). La quota dei
depositi sul totale dei fondi disponibili, nell’ultimo biennio, è
passata dal 77,8% al 64%. La riduzione dell’incidenza dei depositi
è senz’altro da attribuirsi alla componente rappresentata dai
prestiti interbancari, che fino al 1992 non compariva tra le voci
delle risorse delle banche statali, e che nel 1994 ha contato per il
16,6% del totale, qualificandosi come la seconda voce più importante
della raccolta di fondi46.
Il circolante è rimasto mediamente stabile attorno al 16% all’inizio
e alla fine del periodo, con una punta del 17,8% nel 1992, cui è
seguito un decremento del 68%, dovuto alle misure di austerità
imposte dal Governo per controllare l’esplosione inflazionistica
scoppiata nei due anni successivi. La raccolta indiretta attraverso
l’emissione di titoli, appare insignificante, incidendo solamente
per lo 0,1% del totale a fine 1994, con una sostanziale caduta del
54% rispetto al 1992. Infine, è diminuita l’incidenza dei fondi
erogati dal Governo, che seppure cresciuti ad una tasso medio del 18%
nei cinque anni considerati, in termini di quota sono passati dal
5,2% al 2,9% della raccolta diretta. Nel complesso, il volume dei
fondi disponibili è aumentato del 172% tra il 1990 e il 1994,
portandosi al livello di 4.582,258 mld di yuan ($572,2 mld),
equivalente al 68% delle poste attive totali delle quattro banche
specializzate.
Una
analisi a parte riguarda la struttura dei depositi: l’incidenza
maggiore concerne la raccolta in città e villaggi, pari al 54% del
totale e aumentata ad un tasso dell’82,5% tra il 1992 e il 1994.
Nel periodo considerato, la quota dei depositi urbani ha mostrato una
tendenza a salire, insieme a quelli delle imprese che equivalgono al
40%. Hanno registrato invece un calo consistente i depositi
effettuati presso le banche specializzate nelle aree rurali, e
passati dal 7,6% nel 1990 allo 0,6°/o alla fine del 1994.
Tra
gli impieghi, la predominanza spetta ai prestiti, che nel 1994 hanno
inciso per quasi il 70%, in calo rispetto al 1990, quando
rappresentavano il 90% dei fondi totalmente impiegati.
Parallelamente, è invece aumentata la percentuale degli impieghi in
valuta estera, cresciuti ad un tasso del 398,7% nell’ultimo
biennio, portandosi al livello di 450,388 mld di yuan a fine 1994
(pari a quasi il 10% del totale). Ma anche dal lato degli impieghi,
la seconda voce più importante rimane quella relativa ai prestiti
interbancari, che rappresentano il 12,7% del totale. I crediti verso
il Ministero delle Finanze ammontavano nel 1994 a 168,706 mld di
yuan, corrispondenti al 3,7% degli impieghi, con un rallentamento
della crescita rispetto al primo biennio. Dei prestiti, oltre il 50%
è destinato alle imprese commerciali e industriali, con quote
rispettivamente del 31,8% e del 22,8%. I finanziamenti per gli
investimenti fissi hanno registrato il tasso di crescita maggiore,
pari all’82,7% tra il 1992 e il 1994. I prestiti concessi alle
imprese private rimangono stazionari come percentuale del totale,
uguale allo 0,1% per tutto il periodo. Una situazione notevolmente
più favorevole si presenta invece per le imprese a capitale estero,
che nel 1994 si sono aggiudicate il 2,3% dei prestiti complessivi.
A
fine 1993, il totale dei crediti ammontava a 2.494,01 miliardi di
yuan, con un tasso di crescita medio annuo del 20% nel periodo
1990-1993. Tra le passività, le due voci più interessanti sono i
depositi e i debiti verso le autorità monetarie. Per quanto riguarda
i primi, oltre il 50% è costituito da depositi a tempo, seguiti dai
depositi a vista (imprese ed enti statali), pari al 37,4% del totale.
I depositi a risparmio delle famiglie hanno invece registrato una
forte accelerazione del tasso di crescita, che in media, nei tre
anni, è stato pari al 42%, contro il 25% delle altre due categorie
di depositi. I finanziamenti concessi dalle autorità monetarie hanno
raggiunto i 961,26 miliardi di yuan ($114,43 mld) a fine 1993,
equivalenti al 38,5% del totale dei crediti, e sono cresciuti del
43,5% tra il 1992 e il 1993.
Per
quanto riguarda le banche commerciali, ci limitiamo ai dati del 1994,
anno in cui la raccolta totale di fondi è stata pari a 185,681 mld
di yuan ($21,89 mld), equivalente al 4% delle risorse raccolte dalle
banche di Stato. La quota dei depositi (82,751 mld di yuan) è pari
al 44,5% del totale; di essi, il 65% proviene dalle imprese, il 16% è
costituito da effetti in custodia ed il 15% da depositi di città e
villaggi. Tra le risorse, la seconda voce più importante dopo i
depositi, è rappresentata da altre fonti non precisate, cui
corrisponde una quota del 44% sul totale. La parte residua è
ripartita tra debiti verso le istituzioni finanziarie (4,8%),
capitale (3%), utili (0,6%), intermediazione mobiliare (0,3%), fondo
per rischi bancari (0,17%), emissione di titoli (0,1%) e debiti verso
la Banca Centrale (2,1%) per un valore di 3,913 mld di yuan.
Dal
lato degli impieghi, i prestiti contano per il 33%; di essi, il 60% è
equamente distribuito tra prestiti alle imprese (commerciali e
industriali) e crediti di firma. Sempre con riguardo ai prestiti, i
finanziamenti alle imprese private hanno un’incidenza dello 0,3%,
mentre alle imprese a capitale estero è destinato il 9%, e agli
investimenti a medio e lungo termine il 3,7%, pari a 6,4 mld di yuan.
I depositi presso la Banca Centrale ed i crediti verso le istituzioni
finanziarie corrispondono rispettivamente al 7,5% e al 5% del totale
degli impieghi. La quota di riserva obbligatoria è pari al 4,2%.
Infine, gli investimenti equivalgono al 3,45%, mentre il rapporto tra
Azioni & Partecipazioni e il totale degli impieghi è dell’1,4%.
Dal
raffronto tra la performance operativa
delle banche specializzate e quella delle banche commerciali per il
1994, possiamo trarre le seguenti conclusioni47:
a)
dal lato delle risorse, sia le banche specializzate che quelle
commerciali sono caratterizzate da un notevole sottosviluppo del
portafoglio titoli: l’emissione di titoli di debito è per entrambe
pari allo 0,1% della raccolta totale, mostrando nel periodo 1990-1994
una tendenza al ridimensionamento per le banche di Stato;
b)
per quanto riguarda la raccolta da clientela, le banche specializzate
presentano un alto grado di concentrazione relativamente ai depositi
urbani e di villaggio e ai depositi delle imprese. Diversamente, la
composizione dei depositi delle banche commerciali è notevolmente
più sbilanciata verso le imprese, ma presenta anche un certo grado
di diversificazione per la presenza di un ampia quota di depositi di
custodia;
c)
tra le attività, esiste un notevole differenziale tra le rispettive
quote relative ai prestiti, che nelle banche specializzate riguardano
quasi i 3/4 degli impieghi, mentre nelle banche commerciali ammontano
a circa 1/3 del totale. All’interno del portafoglio prestiti, le
differenze principali concernono i prestiti concessi alle imprese
private e alle imprese a capitale estero, le cui quote nelle banche
commerciali sono tre volte superiori a quelle delle banche
specializzate. Un’ultima differenza riguarda i finanziamenti
destinati agli investimenti fissi, verso cui le banche commerciali
sono scarsamente orientate.
7.
Le banche specializzate dello Stato
Le
quattro grandi banche specializzate, a capitale interamente statale,
dominano in maniera assoluta il settore finanziario cinese. Allo
stato attuale esse devono ancora fornire prestiti alle imprese
statali in costante deficit, rimanendo responsabili del mantenimento
della stabilità sociale e del sostegno finanziario alla crescita
economica48.
Possiamo rappresentare schematicamente le relazioni che intercorrono
all’interno della struttura bancaria cinese, sintetizzandole in due
flussi: il circuito delle informazioni provenienti dal mercato, e il
circuito che rappresenta gli strumenti di controllo e di
regolamentazione utilizzati dalla Banca Centrale, cioè razionamento
del credito e assegnazioni di bilancio.
All’interno
di questo schema, possiamo identificare alcuni aspetti generali
relativi alle caratteristiche gestionali e funzionali delle banche
commerciali dello Stato. Esistono cinque fondamentali differenze tra
queste ultime e le altre banche commerciali49.
1.
La prima riguarda l’intervento dei governi locali e dei
dipartimenti locali del Consiglio di Stato nelle operazioni di
gestione del credito. Per effetto della decomposizione del sistema
politico ed economico della Cina in una pluralità di sistemi di
amministrazione, a livello geografico e settoriale, le autorità
locali godono di un elevato potere di contrattazione nei confronti
delle filiali bancarie. Tale potere consente loro di influenzare le
scelte sugli impieghi e di esercitare pressioni affinchè sia estesa
l’erogazione del credito oltre la soglia fissata dal piano statale.
2.
A quanto detto sopra si ricollega la seconda differenza, concernente
la politica degli impieghi. Nella concessione dei prestiti di
mandato, le banche specializzate devono seguire le priorità e i
criteri imposti dalle autorità, centrale e locali50.
In base a tali criteri, a) le
esigenze di capitale circolante devono avere la precedenza sugli
investimenti fissi; b) nella
sfera del capitale circolante, si deve privilegiare il credito per
l’acquisto di prodotti agricoli e di prodotti esteri, con
particolare riguardo a quelli con scarsità di offerta; c) il credito
destinato agli investimenti fissi spetta in via prioritaria ai
progetti strategici dello Stato, alle imprese di grandi dimensioni e
a quelle con buona performance economica. Il grado di soddisfacimento
di queste priorità dipende comunque dalla disponibilità di fondi da
parte delle banche.
3.
La terza differenza consiste nel fatto che le banche specializzate
hanno anche il compito di amministrare le operazioni finanziarie del
settore reale, fungendo in parte da istituzioni di supervisione per
conto del Governo. Fino a quando la funzione commerciale non entra in
conflitto con la funzione di controllo monetario, un certo grado di
vigilanza sul settore reale è presente. Tuttavia esiste una tendenza
all’allentamento dei controlli nel momento in cui le banche
mostrano di concentrarsi maggiormente sui propri obiettivi51.
A questo proposito, è indicativa l’esperienza degli anni recenti
riguardante i controlli sul circolante: le banche hanno mostrato poco
interesse a vigilare sui prelevamenti di circolante dai conti delle
imprese destinati ai consumi dei lavoratori52,
a spese del controllo monetario.
4.
Il profitto non può rientrare nei targets
delle banche di
Stato53.
Ciò comporta almeno due conseguenze.
Primo,
le banche sono portate a scegliere il credito di scala come obiettivo
di strategia gestionale; dal punto di vista dei quadri dirigenti,
questo significa più potere (specialmente sotto condizioni di
scarsità di offerta di moneta) e, indirettamente, più profitto. Il
credito di scala come obiettivo è reso possibile dal fatto che, da
molti anni, i piani creditizi rappresentano solo linee guida; in
altre parole, attualmente non ci sono limiti precisi per l’espansione
complessiva del credito. Il maggior ostacolo alla sua espansione
diviene la scarsità di fondi. Le banche, che già possono contare
sulla contabilizzazione "automatica" dei depositi delle
imprese, e sui depositi a risparmio delle famiglie come supplemento,
spesso riescono tatticamente a forzare la Banca Centrale affinchè
sopperisca alla loro scarsità di fondi. La tattica è semplice da
descrivere: le banche scelgono di comportarsi esattamente al
contrario di quanto necessario per soddisfare le priorità di
investimento dello Stato, finanziando prima di tutto i progetti
secondari, e usando i progetti di prim’ordine rimasti senza
finanziamenti come punto di appoggio per richiedere prestiti alla
Banca Centrale. La PBOC difficilmente evade le richieste. Uno dei
motivi è che i direttori delle sedi centrali delle quattro banche
specializzate si trovano solo ad un livello più basso dei direttori
della sede centrale della PBOC, mentre i direttori delle filiali
delle banche specializzate e della PBOC sono collocati allo stesso
livello54.
Questa posizione unica delle banche di Stato, insieme al potere
monopolistico di cui godono, conferisce loro un superpotere di
contrattazione con la Banca Centrale, nonostante quest’ultima sia
ufficialmente autorizzata a vigilarle. Per questo motivo, l’elevato
livello di sofferenze è sempre stato colmato periodicamente
dall’intervento del Consiglio di Stato tramite le coperture della
PBOC.
In
secondo luogo, dal momento che le banche specializzate non sono
imprese responsabili di profitti e perdite, non esiste un chiaro
legame tra gli utili delle filiali bancarie e la remunerazione degli
addetti, nonostante i vari esperimenti di gestione responsabilizzata.
Risulta invece che il livello remunerativo del personale sia
notevolmente influenzato dai rapporti di tipo clientelare tra
direttori delle filiali, managers delle imprese statali e governi
locali.
5.
La quinta ed ultima differenza riguarda i rapporti tra banche e
imprese, entrambe sottoposte ad alcune restrizioni:
a)
in linea di principio le banche devono operare nelle aree di affari
loro assegnate;
b)
le imprese possono aprire lo stesso tipo di conto presso una sola
banca, e generalmente questa è compatibile con la natura delle loro
attività55.
Sulla
base di tali presupposti, possiamo avanzare le seguenti osservazioni.
Le
limitazioni di cui sopra sono state la causa originaria del monopolio
delle banche di Stato, e quindi della situazione di scarsa
competizione caratteristica del settore bancario cinese. A motivo
della divisione settoriale, ognuna delle banche specializzate non può
espandersi in un’altra area di affari e non deve preoccuparsi che
le altre non facciano altrettanto. Durante il processo di riforma, si
è tentato di ridurre queste barriere legali, ma tutto è stato
sospeso nel 1989, quando venne imposta una politica creditizia
restrittiva per frenare l’esplosione inflazionistica dell’arido
precedente. Si disse che il tentativo di espansione delle banche
aveva causato inutili costi ed una competizione caotica. Pertanto: 1)
le banche possono sempre contare sui depositi delle imprese; 2) i
depositi delle imprese vengono remunerati con interessi molto bassi,
poichè, non esistendo la possibilità di scegliere la propria banca,
non c’è pericolo che i depositi fluiscano altrove, neppure se i
servizi sono scarsi o poco efficienti.
In
merito al risparmio individuale, le banche fino a tempi recenti hanno
avuto pochi incentivi ad espanderne la raccolta (tranne quando si
verificava una reale restrizione monetaria), perchè i depositi a
risparmio sono minori in ammontare, più costosi da gestire e devono
essere remunerati con un più alto tasso di interesse. Di fatto, se
paragonati ai tassi di interesse sulle poste attive, i tassi pagati
ai risparmiatori sono così alti da privare le banche di ogni utile.
Come risultato di tutti questi fattori, in Cina le attività di
facilitazione del risparmio sono molto sottosviluppate, collocandosi
in una situazione di diffusa carenza di istituzioni bancarie,
prodotti finanziari, tecnologie moderne e staff qualificato. A ciò
si aggiunge il fatto che non esiste la possibilità generalizzata per
gli individui di aprire conti correnti, e ciò è fonte di un ampio
flusso di circolante nel commercio dei beni di consumo. Anche le
facilitazioni sui conti correnti per i milioni di nuovi piccoli
imprenditori sono limitate, costringendo molti di essi ad usare il
contante nelle operazioni commerciali.
I
destini di banche e imprese sono intrecciati. Le banche, essendo
nella posizione di gestori del credito, sono rese responsabili della
sopravvivenza delle imprese statali che vi tengono aperti i propri
conti. A loro volta, le imprese devono dipendere e sono solite
dipendere dalle loro banche. Quando un’impresa si scontra con
problemi di natura finanziaria, le si presentano tre
possibilità: a) ricevere
il sostegno della sua banca; b) andare
in fallimento; c) accumulare debiti, il cui onere, prima o poi, viene
assunto dalla banca56.
È molto facile per Governo, impresa e opinione pubblica incolpare la
banca per ogni conseguenza negativa di un mancato intervento a favore
dell’impresa. In questi casi, con poche eccezioni, le banche
concedono alle imprese statali la facoltà di sopravvivere, ignorando
ogni pericolo di mancato rimborso. Questa è la ragione basilare per
cui le banche specializzate dello Stato non sono molto responsabili
nell’erogazione di prestiti, e del perchè, rebus
sic stantibus,difficilmente
potrebbero essere costrette ad esserlo.
Un
segnale del cambiamento ci è dato da una notizia recente, molto
enfatizzata dalla stampa locale, che ha annunciato l’adozione di
provvedimenti sanzionatori (inclusa la sospensione) nei confronti di
dirigenti e funzionari di alcune istituzioni finanziarie accusati di
aver erogato prestiti in eccesso, contravvenendo alle direttive in
materia di controllo monetario57.
8.
Un sistema giuridico per il settore finanziario: la legge sulla Banca
Centrale e sulle banche commerciali
Come
parte del suo programma di trasformazione, la Cina sta costruendo un
sistema giuridico finalizzato a sostenere e promuovere le riforme
economiche, in linea con la prassi internazionale. Il settore
finanziario è uno dei principali destinatari della nuova
legislazione. La legge sulla banca centrale si presenta come la prima
di una serie di leggi e regolamenti posti alla base della corrente
riforma del sistema bancario. Essi includono la legge sulle banche
commercial58 (Banking
Act), la
legge sugli strumenti negoziabili59 e
quella sul settore assicurativo. La prima definisce diritti legali e
obblighi delle banche commerciali; si tratta di uno strumento di
tutela giuridica nei confronti delle imprese statali, poichè libera
le banche dall’obbligo di dover concedere prestiti politici alle
imprese in fallimento. La seconda si applica a tutte le transazioni
finanziarie incorporate in strumenti negoziabili (cambiale tratta,
cambiale "pagherò", assegno bancario nonchè strumenti
"foreign-related")60.
Entro la fine del 1995 era attesa l’emanazione di regolamenti e
norme in materia di risparmio privato, amministrazione fiduciaria,
garanzie per gli investimenti all’estero, contratti di prestito. In
merito a quest’ultimo aspetto, nel corso del 1995 la PBOC ha
redatto un regolamento intitolato "Provvedimenti Generali sui
Prestiti", che riguarda tutte le banche commerciali e le
istituzioni finanziarie che possono concedere prestiti. L’obiettivo
è quello di disciplinare il settore del credito, che manca di una
regolamentazione specifica. Infatti in Cina le attività creditizie
sono sempre state condotte sulla base di norme diverse stabilite
dalle singole banche o NBFls. Il regolamento è entrato in vigore in
agosto su base sperimentale e dovrebbe diventare pienamente effettivo
nel 1996. Esso impone alle istituzioni finanziarie di formulare
regole dettagliate per la concessione dei prestiti (scopo, oggetto,
durata e tassi di interesse, diritti e responsabilità di creditori e
garanti, controllo della qualità del credito)61.
Legge
sulla Banca Centrale -
Adottata il
18 marzo 1995, successivamente ad una "Decisione del Consiglio
di Stato sulla riforma del settore bancario", è la prima legge
bancaria della Cina dalla proclamazione della Repubblica Popolare, e
la sua importanza è connessa a più fattori. Innanzitutto, la PBOC
viene dotata di uno strumento giuridico essenziale per la
formulazione e l’attuazione di una politica monetaria indipendente,
il cui obiettivo principale è stato identificato nel mantenimento
della stabilità della moneta per creare le condizioni che
favoriscano una crescita economica sostenibile62.
Il riferimento all’indipendenza politica della PBOC è da
interpretare nel senso che la banca centrale sarà responsabile solo
nei confronti del Consiglio di Stato63,
e che quindi sarà libera da interferenze da parte dei dipartimenti
finanziari64 e
dei governi locali. Ai fini della politica monetaria, la banca
centrale potrà ricorrere gradualmente e in maniera flessibile a
strumenti di tipo indiretto e utilizzare in maniera sempre più
marginale quelli tradizionali, cioè pianificazione del credito e del
circolante. Con il progressivo abbandono dei controlli di tipo
amministrativo sul credito, la banca centrale potrà muoversi da una
politica di fissazione dei tassi di interesse ad una politica di
guida dei tassi attraverso interventi nei mercati monetari emergenti.
Le autorità prospettano che, nel tempo, le operazioni di mercato
aperto diventeranno lo strumento primario della politica monetaria, a
cominciare dall’uso di strumenti già disponibili, come i titoli
della PBOC a breve termine65.
Come primo passo, nel 1994 è stato istituito a Shanghai un centro
per operazioni di mercato aperto e si stanno facendo preparativi per
iniziare queste operazioni su base sperimentale in altre città.
L’intenzione è quella di creare un mercato dei titoli unificato.
La
legge bancaria non solo enfatizza il ruolo di supervisione e di
controllo sul sistema bancario da parte della PBOC, ma disciplina
anche il comportamento della stessa banca centrale, introducendo il
divieto di concedere facilitazioni sugli scoperti delle istituzioni
bancarie e di estendere i prestiti ai governi e ai dipartimenti
locali66.
A ciò si aggiunge il progetto di riorganizzare la sua rete di
filiali lungo linee regionali, per rimpiazzare quelle esistenti in
province e città piccole e grandi67.
Lo scopo è duplice. Da un lato, questa costruzione aerodinamica di
rafforzamento dell’apparato di supervisione della Banca del Popolo
avrebbe di mira il potere di quei governanti locali che si oppongono
alla sua indipendenza; dall’altro, rappresenta la base per la
costruzione di un mercato dei prestiti interbancario nazionale, in
modo da consentire lo scorrevole funzionamento del sistema di
pagamento e di compensazione e migliorare la gestione del suo
bilancio. Si è già posto termine alla competenza delle filiali
locali della banca centrale di estendere il credito, ad eccezioni di
operazioni di durata molto breve (con scadenze non superiori a sette
giorni). Le loro responsabilità primarie includeranno la
supervisione delle banche che rientrano nella loro giurisdizione, la
raccolta di dati e l’attività di ricerca68.
La
nuova legge sulle banche commerciali69 -
L’inevitabile processo di commercializzazione delle istituzioni
bancarie ha portato nel 1995 all’emanazione della "Legge della
RPC sulle Banche Commerciali", entrata in vigore il 1° luglio.
Si tratta di un testo fondamentale, in quanto rappresenta la prima
esperienza cinese di una regolamentazione organica in materia. La
portata rivoluzionaria del banking
act cisembra
tale da richiedere un’analisi dettagliata del contenuto.
Il
principio ispiratore della legge è quello di mettere ordine nel
settore bancario e di garantire una migliore protezione dei clienti.
I punti essenziali della nuova normativa sono cinque: la costituzione
delle banche, il rapporto attivo/passivo, la protezione dei
depositanti, la politica dei prestiti, i rapporti con la Banca
Centrale.
Costituzione
e struttura -
La legge prevede tre tipi di banche commerciali: le banche
commerciali propriamente dette, le banche cooperative urbane e le
banche cooperative agricole. La differenza risiede soprattutto nel
minimo di capitale sociale richiesto per la loro creazione, che varia
da 1 miliardo di yuan per le prime, a 100 milioni di yuan per le
banche cooperative urbane, e ai 50 milioni di yuan per le banche
cooperative agricole70.
Viene fatto riferimento ad un’ulteriore categoria, rappresentata
dalle banche commerciali a capitale interamente statale (le cosidette
banche specializzate), sottratte all’osservanza dei requisiti
imposti dalla legge per un periodo di tempo stabilito dal Consiglio
di Stato71.
Per queste ultime, è previsto un organismo aggiuntivo, cioè un
comitato consultivo con funzioni di controllo, del quale fanno parte
membri della PBOC (banca centrale) e di dipartimenti statali72.
In merito alla forma societaria e alla redazione dello Statuto, la
legge si richiama alla recente "Company Law"73:
ciò farebbe dedurre che è possibile costituire una banca sotto
forma di società a responsabilità limitata o società per azioni, e
che quindi è aperta ai privati cittadini la possibilità di
costituire una banca, purchè conformemente al secondo capitolo della
legge bancaria. In ogni caso, l’acquisto di quote azionarie il cui
valore superi il 10% del capitale totale, deve ricevere
l’approvazione della Banca Centrale74.
L’autorizzazione di quest’ultima è necessaria anche per
l’apertura di filiali, sia in Cina che all’estero. Una norma
importante è quella che impone che il capitale circolante
complessivo di tutte le filiali non ecceda il 60% del capitale totale
della sede centrale75.
Sempre con riferimento alla struttura interna, per la prima volta
vengono richiesti ai dirigenti requisiti di esperienza e correttezza.
In particolare, è fatto divieto di assumere tali cariche a persone
che hanno avuto responsabilità nel fallimento di aziende statali o
private, o anche ad imprenditori che non hanno onorato debiti con le
banche76.
Una
questione rilevante ai fini della ristrutturazione del settore
bancario riguarda l’obbligo imposto alle banche di separarsi
totalmente da Trust and Investment Companies e società mobiliari ad
esse affiliate. Non sono consentiti investimenti di alcun genere in
istituzioni non bancarie e in imprese all’interno della RPC. Per
gli investimenti effettuati precedentemente all’entrata in vigore
della legge, occorre attenersi ai nuovi regolamenti emanati in
materia dal Consiglio di Stato77.
Rapporto
attivo/passivo - Il testo decreta chiare condizioni
relativamente all’adeguatezza del capitale (non inferiore all’8%),
al rapporto tra prestiti e depositi (non superiore al 75%),
all’indice di liquidità (non inferiore al 25%). Inoltre la quota
dei prestiti concessi ad un unico debitore non deve eccedere il 10%
del capitale sociale.
Protezione
della clientela –
È richiamato il principio del segreto bancario, che nella pratica ha
sempre trovato scarsa attuazione. In virtù di tale principio, le
banche commerciali hanno il diritto di respingere qualsiasi richiesta
di indagine relativa ai depositi, avanzata da istituzioni o singoli
individui, tranne che nei casi previsti dalla legge78.
In secondo luogo, si sottolinea il fatto che i rapporti tra banche e
clienti devono essere impostati su un piano di uguaglianza. Le
banche, pertanto, non possono più prorogare a proprio piacimento il
versamento degli interessi sui depositi, o rifiutarsi di onorare i
pagamenti dietro presentazione di effetti cambiari o di altri
strumenti da parte della clientela79.
È infatti abitudine di alcune banche commerciali quella di ritardare
deliberatamente i pagamenti di qualche giorno, per disporre delle
somme ai propri fini80.
Gestione
del credito –
Il cuore della legge riguarda la politica dei prestiti, un
argomento che presenta notevoli innovazioni. Il principio guida
dell’attività delle banche commerciali è la "gestione
autonoma", che comporta la piena responsabilità civile per le
obbligazioni delle banche nei limiti del loro capitale. Innanzitutto,
vengono enunciati requisiti severi per la concessione dei prestiti,
primo fra tutti, la chiara separazione tra il contratto di fido e
l’erogazione del prestito81.
È resa obbligatoria la forma scritta, la presentazione di garanzie
da parte del cliente, e l’indicazione di tutti i termini del
contratto. Inoltre, è espressamente vietato a qualsiasi individuo o
entità obbligare una banca commerciale a concedere prestiti o
garanzie82.
Se le garanzie offerte dal cliente non sono sufficienti, la banca può
rifiutare la concessione del prestito, così come può respingere
ogni tentativo di intromissione da parte di organismi amministrativi.
È fatta eccezione per le banche specializzate di Stato, che devono
in ogni caso concedere i prestiti per i progetti speciali approvati
dal Consiglio di Stato. Il Governo garantisce comunque adeguata
compensazione alle banche di sua proprietà per le perdite
conseguenti a tali operazioni di finanziamento.
Rapporti
con la Banca Centrale – Tutte le operazioni condotte
dalle banche commerciali così come i libri contabili, i depositi e
la fissazione dei tassi di interesse, sono sottoposti al controllo e
alla vigilanza della Banca Cinese del Popolo. La legge prevede anche
una procedura di amministrazione controllata nel caso di grave crisi
creditizia, lasciando il compito alla PBOC di determinarla e renderla
pubblica caso per caso. Nell’evenienza che sia accertata
l’insolvenza della banca, gli organismi giudiziari possono
dichiarare il fallimento, in base alle procedure indicate nel Codice
di Procedura Civile cinese. La gestione del periodo di liquidazione
della banca è rimessa sempre alla PBOC.
9.
Gli istituti speciali per lo sviluppo: nella riforma bancaria il
nuovo esperimento della Cina
Il
primo passo per la commercializzazione delle quattro banche
specializzate ha riguardato il trasferimento ufficiale dei policy
loans a
tre nuove banche di Stato, nel 199483.
Esse sono la Banca Cinese per lo Sviluppo Nazionale (SDBC), la Banca
Cinese per le Esportazioni e le Importazioni (EIBC), la Banca Cinese
per lo Sviluppo dell’Agricoltura (ADBC). Nei piani delle autorità
monetarie, queste tre banche avrebbero dovuto gestire il nocciolo dei
finanziamenti statali, consentendo alla PBOC di liberarsi dell’onere
di dover soccorrere continuamente le banche specializzate. Tuttavia,
sembra che tra quanto pianificato e la realtà vi sia una certa
dissonanza. Da una lato, gli istituti speciali non dispongono di
quote di capitale adeguate al proprio compito, dall’altro non
esistono precise regole che pongono limiti all’ammontare di
prestiti che esse possono richiedere alla Banca Centrale84.
State
Development Bank of China (SDBC)
Istituita
il 13 aprile 1994, la SDBC è la piu grande delle tre nuove banche di
sviluppo e la prima del suo genere ad essere creata dal Consiglio di
Stato. La SDBC è stata concepita con l’obiettivo di attribuirle
progressivamente il controllo dei prestiti statali amministrati dalla
PCBC (Banca delle Costruzioni) e le funzioni di 6 precedenti società
di investimento subordinate alla Commissione di Pianificazione dello
Stato. La sede centrale della SDBC è a Pechino. Attualmente non ci
sono sportelli in altre città, poichè le operazioni a livello
locale sono amministrate dalle filiali della PCBC.
La
SDBC controlla 8 uffici per le operazioni di investimento nel settore
delle costruzioni di base, e 5 uffici a competenza generale. I primi
selezionano e valutano i progetti, e contrattano i termini del
finanziamento; a ciascuno di essi corrisponde un determinato comparto
dell’economia (carbone e petrolio, elettricità, trasporti, materie
prime e semilavorati, costruzione di macchinari, illuminazione e
industria tessile, agricoltura, forestazione, innovazione tecnica).
Gli altri cinque uffici sono responsabili della raccolta e
dell’approvvigionamento dei fondi. La banca dispone inoltre di uno
speciale Consiglio di Sorveglianza composto da anziani funzionari ed
esperti banchieri e da membri della Commissione di Pianificazione
dello Stato, della Banca Centrale, del Ministero delle Finanze, del
Ministero per il Commercio Estero e del Consiglio di Stato. Il
Consiglio dei Sorveglianti ha la funzione di verificare che i flussi
di credito giungano ai progetti che più necessitano di capitale, nel
rispetto del piano di investimento, ma non deve interferire nelle
decisioni della banca85.
La SDBC ha adottato il principio della responsabilità del
Presidente. I dirigenti della banca sono designati dal Consiglio di
Stato.
I
compiti della SDBC sono essenzialmente quattro:
a) raccogliere
fondi per i progetti dello Stato,
b)
fornire capitale al settore delle infrastrutture e dell’industria
di base,
c)
tenere sotto controllo la dimensione degli investimenti fissi a
livello nazionale,
d)
stabilire legami con le istituzioni finanziarie straniere e
raccogliere fondi all’estero86.
Il
finanziamento delle attività
Nel
1994 il Ministero delle Finanze ha fornito alla SDBC 10 miliardi di
yuan, come prima parte di una somma che andrà a costituire il
capitale sociale della banca nei prossimi quattro anni, pari a 50
miliardi di yuan ($6,02 mld).
La
banca non accetta depositi dal pubblico. Oltre alle risorse proprie e
agli stanziamenti di bilancio, la SDBC può raccogliere fondi
attraverso i seguenti strumenti:
1.
Emissione di titoli di debito a lunga scadenza indirizzati alle
istituzioni finanziarie nazionali; la quota stabilita per il 1994 era
di 65 miliardi di yuan.
2.
Emissione di obbligazioni per la costruzione di base, indirizzate al
pubblico (titoli garantiti dallo Stato).
3.
Indebitamento estero: fondamentalmente, è lo Stato che stanzia a
favore della SDBC fondi presi a prestito dai governi esteri e dalle
organizzazioni internazionali. Anche la banca può emettere titoli
sui mercati esteri e, con l’approvazione del Governo, può
contrarre prestiti direttamente sul mercato internazionale dei
capitali.
Tra
le passività della SDBC vi è anche una quota di depositi della
PBOC87.
Dal momento che i prestiti concessi dalla SDBC sono gravati da tassi
di interesse bassi e sovvenzionati, il Governo fornisce alla banca
dei sussidi, per coprire la differenza tra il più alto costo della
raccolta dei fondi attraverso l’emissione di obbligazioni e i più
bassi proventi da interessi attivi derivanti dai prestiti. Nel 1994
il Governo ha stabilito di erogare tali sussidi per un totale
oscillante tra 0,5-1,3 miliardi di yuan. Nello stesso anno il Tesoro
(e quindi la Banca Centrale) ha fatto alla SDBC una concessione di
1,3 miliardi di yuan come sconto sull’indebitamento consolidato88.
Infine, nei periodi di acuta scarsità di capitale liquido, la stessa
Banca Centrale è tenuta a fornire alla SDBC prestiti d’emergenza.
Il presidente della banca, Yao Zhenyan, ha sottolineato il fatto che,
a parte il capitale sociale, la SDBC non riceve fondi dal Governo e
non ha intenzione di chiedere prestiti alla PBOC. Ciò vorrebbe dire
che la banca è responsabile delle decisioni relative agli impieghi e
che può fare profitti89.
A tal fine, l’abilità della SDBC consisterebbe nel decidere, per
il singolo progetto, quale proporzione dei costi esso sarebbe in
grado di rimborsare, e nel concedere finanziamenti che non eccedano
tale cifra. A quel punto tocca al Governo sobbarcarsi la parte
restante della spesa, attraverso una concessione di finanziamenti
agevolata o del tutto esente da interessi.
La
maggior parte dei fondi della SDBC proviene dal mercato domestico. La
banca vende obbligazioni tipicamente con durata dai tre ai cinque
anni alle banche commerciali cinesi, che possono utilizzare i loro
titoli per garantire le quote di riserva. La SDBC ha però iniziato a
portare la soglia delle scadenze delle passività oltre gli otto
anni, in quanto un siffatto periodo di maturità meglio si concilia
con la durata delle sue attività90.
Nel 1994 ha emesso obbligazioni per un valore di 75,8 miliardi di
yuan ($9 mld), delle quali il 57% sono state acquistate dalle quattro
banche specializzate (soprattutto dalla ICBC e dalla PCBC), ed il
restante 43% dalle altre banche e istituzioni finanziarie, tra cui
anche uffici di deposito a risparmio e cooperative di credito urbane
di Shanghai e Shenzhen. La comunità finanziaria cinese si attende
che, nel tempo, la banca acquisisca un’importanza strategica nella
costruzione di quel mercato obbligazionario nazionale di cui,
nell’opinione di molti economisti, la Cina necessita per sostenere
un’economia in rapida crescita.
Sul
fronte dell’indebitamento estero, gli esiti dei primi test sul
mercato internazionale sono stati positivi. Nel 1994 la SDBC ha
stipulato un accordo con la Banca di Sviluppo della Corea per
emettere insieme obbligazioni sul mercato internazionale91.
Il 16 marzo 1995 la banca ha firmato il suo primo contratto di
prestito con un consorzio finanziario internazionale costituito da 16
banche straniere, per l’ottenimento di un mutuo del valore di 50
milioni di dollari, con un margine di interesse di 3/8 punti
percentuali sui tassi del mercato monetario92.
Il prestito, che ha durata settennale con un periodo di proroga di
due anni, è stato concluso attraverso l’intermediazione della
Banca del Giappone e della Banca di Sviluppo della Corea. Il suo
utilizzo, destinato alle province del Jiangxi e del Guandgong e a due
regioni autonome (Mongolia Interna e Ningxia), prevede il
finanziamento di progetti nel settore dei trasporti, dell’energia e
delle materie prime93.
Il presidente della SDBC sostiene che la banca è ben piazzata per
raccogliere fondi all’estero per progetti come la Diga dalle Tre
Gole, sul fiume Yangtze, grazie al suo alto rating internazionale,
che consente di mantenere basso il costo dell’indebitamento. Per il
progetto della Diga, la SDBC ha programmato di indebitarsi in valuta
sia estera che nazionale, per ridurre il rischio di cambio94.
Ma
la SDBC intende anche avviarsi gradualmente verso l’indebitamento
obbligazionario internazionale.
Gli
impieghi della SDBC
Punto
di riferimento delle attività finanziarie della SDBC è la politica
di sviluppo nazionale, che esige particolari sforzi in aiuto delle
province dell’entroterra nella Cina occidentale. L’utilizzo dei
fondi della SDBC è in sintonia con le seguenti linee guida:
1)
La priorità è riservata agli investimenti riguardanti: a) progetti
strategici dello Stato nel settore delle infrastrutture e in quello
industriale (specialmente per le industrie di base) che mirino sia a
mitigare gli ostacoli allo sviluppo dell’economia sia ad aumentare
la competitività economica complessiva del Paese; b) innovazioni e
trasformazioni tecnologiche nelle grandi imprese nazionali; c)
progetti di sviluppo delle tecnologie avanzate. Il grado di priorità
dei progetti è stabilito dalla SDBC insieme con la Commissione di
Pianificazione dello Stato (SPC) ma, secondo quanto dichiarato dal
presidente della banca, la SDBC avrebbe gran voce in capitolo nel
decidere la durata dei prestiti, dopo gli studi di fattibilità dei
progetti.
2)
I prestiti sono classificati in prestiti soft e hard. I
primi, che definiamo prestiti leggeri, sono crediti preferenziali a
lungo termine forniti alle imprese statali e all’Ente per lo
Sviluppo degli Investimenti (Development Investment Corporation). Il
DIC è subordinato alla gestione della SDBC ed ha la funzione di
amministrare gli investimenti nelle aree strategiche del settore
della costruzioni di capitale, in conformità con i piani nazionali
di sviluppo. I prestiti leggeri sono finanziati essenzialmente con il
capitale proprio della SDBC. I prestiti pesanti sono crediti forniti
in conformità con il piano statale di investimento in attività
fisse e con il piano creditizio. Essi sono principalmente usati per
progetti stategici di tipo industriale e infrastrutturale. I fondi
della SDBC provenienti dall’indebitamento estero costituiscono la
principale fonte dei finanziamenti da destinare ai prestiti pesanti.
3)
La SDBC effettua anche studi valutativi per razionalizzare la
distribuzione della produzione industriale a livello nazionale. Le
regioni dell’entroterra, specialmente nella parte occidentale e
centrale del Paese, hanno la priorità rispetto alle regioni
costiere.
4)
la durata del prestito e i tassi di interesse variano a seconda del
settore industriale
La politica creditizia
A
proposito dei progetti che la SDBC si propone di finanziare, il
presidente della banca ha dichiarato in un’intervista che rientrano
nella competenza della banca i progetti che si collocano tra due
categorie estreme: la prima comprende i progetti che hanno un alto
valore sociale ma che devono essere finanziati dal Governo, in quanto
non comportano alcun ritorno economico; la seconda categoria riguarda
i progetti che producono profitto, e che quindi possono
autofinanziarsi attraverso il mercato. Al fine del finanziamento dei
progetti situati a livello intermedio, il ruolo della SDBC potrebbe
assumere crescente importanza, dal momento che i fondi agevolati
concessi dalle agenzie internazionali, come l’IDA e la Banca
Mondiale, stanno diventando più scarsi95.
Nel
1994, la SDBC aveva pianificato di fornire 80 miliardi di yuan in
prestiti per lo sviluppo delle infrastrutture, settore su cui si era
focalizzata la politica creditizia della banca. Alla data della sua
istituzione la SDBC si era già accollata 345 progetti di medie e
grandi dimensioni, diventati 427 alla fine del 199496 e
corrispondenti a prestiti per un valore complessivo di 81,8 - 82
miliardi di yuan. Essi includono la Diga dalle Tre Gole, la linea
ferroviaria Pechino-Kowloon, alcune grandi centrali elettriche e la
seconda fase del progetto per l’energia nucleare della Daya Bay,
nel sud della Cina97.
Per quanto riguarda la diga, un progetto di dimensioni gigantesche,
la linea di credito sia per il 1994 che per il 1995 è stata di 3
miliardi di yuan (361,45 milioni di dollari). Dei prestiti
complessivamente destinati al settore delle infrastrutture nel 1994,
il 30% ha finanziato l’industria dell’elettricità, il 15% il
settore carbonifero e il 14% la costruzione ferroviaria98.
I prestiti per ciascuno dei settori automobilistico, siderurgico,
petrolifero e dei minerali non-ferrosi hanno superato i 2 miliardi di
yuan. Alla fine del novembre 1994, la quota dei progetti finanziati
dalla SDBC sul totale dei progetti chiave dello Stato era dell’84%99.
A fronte dell’ingente mole degli impieghi, nel 1994 la SDBC si è
vista rimborsare solamente 100 milioni di yuan, una sottile
proporzione del suo portafoglio prestiti complessivo, ma giustificata
dal fatto che i prestiti sono generalmente a lunga scadenza100.
Nel
1995, la precedenza è toccata ai grandi progetti agricoli relativi a
fertilizzanti e pesticidi, e ai progetti per la tutela ed il
controllo delle risorse idriche. Nei primi otto mesi della sua
attività, la SDBC aveva già fornito prestiti al settore agricolo
per 6 miliardi di yuan (722,89 milioni di dollari) e per il 1995 si è
parlato di un incremento del 20%101.
Questi prestiti mirano anche ad aumentare la produzione annuale di
grano del Paese, per portarla a 500 milioni di tonnellate entro il
2000102.
Sempre nel 1995 la SDBC ha previsto di finanziare il rinnovamento dei
macchinari delle imprese strategiche dello Stato, con un prestito di
5 miliardi di yuan.
Nel
collaborare con il Governo per la battaglia contro l’inflazione, la
SDBC si è impegnata ad operare uno stretto controllo sugli
investimenti in attività fisse e a non estendere i prestiti oltre il
massimale creditizio stabilito dalla Banca Centrale, in base a quella
che è stata definita come la politica delle "tre
restrizioni e tre garanzie"103.Le
tre restrizioni sono: 1) stretto controllo sulla dimensione degli
investimenti in attività fisse e sull’estensione dei prestiti, in
linea con il piano statale e con il piano creditizio; 2) stretta
selezione e controllo sui progetti di piccole dimensioni che non
rientrano nei prestiti sussidiati dal governo; 3) stretto controllo
sull’avvio di nuovi progetti. Le tre garanzie sono: a) garantire
i progetti strategici, in modo che credito e finanziamenti siano
destinati principalmente ad essi; b) garantire
l’avvio della produzione e il completamento dei progetti,
assicurando che quelli di medie e grandi dimensioni già realizzati
possano velocemente trasformarsi in forze produttive; c) garantire la
tempestiva erogazione dei finanziamenti concessi.
Export-Import
Bank of China (EXIM-BANK)
La
EIBC è nata nel luglio 1994 con il compito di gestire i prestiti con
finalità politiche che tradizionalmente erano di competenza della
BOC. La sua funzione è quella di assistere le istituzioni
commerciali cinesi nel settore industriale e in quello degli scambi
con l’estero, in conformità con le strategie dello Stato relative
all’import-export. Attualmente la EIBC ha un capitale sociale di
3,4 miliardi di yuan forniti dal Ministero delle Finanze, ma i fondi
governativi potranno gradualmente essere aumentati in linea con lo
sviluppo delle attività della banca.
I
canali per il finanziamento delle attività della EIBC includono:
1)
emissione di obbligazioni finanziarie sia sul mercato nazionale che
su quelli esteri104,
2)
prestiti dalla Banca Centrale,
3)
prestiti interbancari105,
4)
prestiti erogati da istituzioni finanziarie estere106.
Struttura
e organizzazione
La
sede centrale della EIBC è a Pechino. In origine, nei piani della
banca non era prevista l’apertura di filiali nelle altre città107.
Notizie più recenti hanno invece annunciato che la banca stabilirà
cinque filiali rispettivamente a Shanghai, Guangzhou, Dalian, Xian e
Wuhan108.
Inoltre, uffici operativi e uffici di rappresentanza saranno
stabiliti nelle maggiori città, in base alle esigenze, non appena si
espanderà l’area degli affari della banca. Tali uffici saranno
responsabili dei lavori di investigazione, della formulazione di dati
statistici e della sorveglianza sulle operazioni finanziarie.
Attualmente i principali dipartimenti della EIBC includono:
pianificazione dei finanziamenti, credito, affari internazionali,
assicurazione, affari generali, finanza e contabilità, valutazione
dei progetti e consulenza, gestione del personale,
amministrazione109.
Al
vertice dell’organizzazione della EIBC vi è un presidente e
quattro vice-presidenti. L’organo direttivo è il Consiglio di
Amministrazione, di cui fanno anche parte dirigenti con cariche
ministeriali. Esso risulta composto da:
a)
presidente, quattro vice-presidenti, direttore, e vicedirettore della
EIBC;
b)
vice-presidente della PBOC, vice-presidente della BOC, vice-ministro
delle Finanze, vice-ministro della Commissione di Pianificazione
dello Stato;
c)
vice-ministro della Commissione delle Scienze, Tecnologia e Industria
per la Difesa Nazionale, vice-ministro della Commissione dello Stato
per l’Economia e il Commercio;
d)
ministro dell’Industria Elettronica, vice-ministro dell’Industria
per la Costruzione dei Macchinari110.
Politica
creditizia della EIBC
Le
esportazioni di macchinari, prodotti elettronici e serie complete di
impianti e apparecchiature, che nel ‘93 ammontavano a 22,7 miliardi
di dollari (ovvero un quarto della quota totale di esportazione della
Cina nello stesso anno), costituiscono l’oggetto principale
dell’assistenza fornita dalla EIBC. Nel 1994 le principali
esportazioni sostenute dalla banca includevano satelliti, navi,
aereomobili, elettronica di consumo, attrezzature per la lavorazione
del ferro e per la costruzione delle strade. Le esportazioni hanno
riguardato 17 Paesi e zone economiche, tra cui Stati Uniti, Norvegia
e Giappone, ed hanno comportato entrate pari a 711 milioni di
dollari111.
La
sfera di azione della banca riguarda principalmente la fornitura di
crediti all’importazione e all’esportazione, forme di
assicurazione sui crediti e sui prestiti,project
financing112 e
garanzie creditizie. La EIBC realizza operazioni finanziarie sia a
titolo personale che per conto di imprese, fornisce prestiti
indicizzati al tasso di inflazione, e offre servizi bancari di
carattere generale alla clientela. Inoltre la banca contribuisce alla
realizzazione del controllo microeconomico: a tal fine esamina e
seleziona rigorosamente i progetti, adotta un approccio prudenziale
nella gestione dei fondi contro i rischi di variazione del tasso di
cambio, garantisce la sicurezza e l’efficienza nell’utilizzo dei
finanziamenti113.
Tra
i prestiti erogati nella prima fase di attività della EIBC, erano
inclusi il finanziamento del lancio del satellite APT n. 2 nel
settore delle comunicazioni, che collega Hong Kong all’area del
sud-est asiatico; esportazioni di navi da carico, per 70 mila
tonnellate, in Norvegia, e l’esportazione di un aereo da
addestramento in Pakistan. I prestiti necessari per questi tre
progetti ammontavano a circa 500 milioni di yuan. In aggiunta, la
banca ha erogato crediti all’esportazione per più di 60 progetti,
del valore complessivo di 10 miliardi di yuan114.
Nel
1994 la EIBC ha fornito Y4,46 mld ($537 mil) in crediti
all’esportazione di prodotti cinesi all’estero. Si prevede che la
linea di credito per il 1995 sarà di quattro volte superiore a
quella dell’anno precedente, con una crescita elevata della quota
di capitale destinato alle esportazioni. La priorità è data alle
imprese che esportano grandi macchinari o apparecchi elettronici ad
alta diffusione, ad elevato ritorno economico e a basso rischio di
insolvenza. Una parte degli sforzi della banca saranno orientati a
finanziare l’esportazione di beni ad alto contenuto tecnologico e
alto valore aggiunto. Nei piani di espansione della EIBC è prevista
anche l’entrata in nuove aree d’affari, come il settore
assicurativo e il credit
backing115
Nel
1994, la EIBC aveva pianificato di emettere titoli per un valore
oscillante tra 1 e 1,7 miliardi di yuan, destinati essenzialmente ad
alimentare la quota di capitale liquido. In generale la durata dei
titoli di debito della banca viene stabilita in linea con i tempi
delle richieste di prestiti e con lo sviluppo economico. Nel 1994 non
sono stati emessi titoli all’estero116..
Recentemente,
la EIBC è stata autorizzata dal governo a gestire i prestiti
concessi alla RPC da parte dei governi esteri. Questo fatto segna un
nuovo modo per la Cina di gestire i prestiti ottenuti dai governi
stranieri. Precedentemente, si trattava di una funzione di competenza
del Ministero del Commercio Estero e della Cooperazione Economica. Il
nuovo sistema è finalizzato a garantire un utilizzo efficiente dei
fondi e piani di rimborso in linea con i termini stabiliti. Inoltre
la EIBC dovrà rispondere delle passività dei dipartimenti e delle
imprese domestiche che utilizzeranno i prestiti117.
Essa ha suggerito che i debitori dovrebbero costituire un fondo di
garanzia per il rimborso dei prestiti. Nel 1995 sono stati trasferiti
alla EIBC circa 13 miliardi di dollari in prestiti governativi. I
prestiti rientrano in un pacchetto di accordi che la RPC ha stipulato
con Giappone, Germania, Finlandia, Australia, Danimarca, Norvegia,
Kuwait e Olanda. La EIBC ha anche ottenuto un rifinanziamento di 710
milioni di dollari da parte di alcuni governi esteri, da destinare a
27 progetti.
Un
altro compito della banca sarà la gestione dei prestiti di governo
erogati dalla RPC ai Paesi esteri. La politica creditizia estera
della Cina contribuirà ad alimentare la cooperazione con gli altri
Paesi, aiutando l’esportazione di prodotti cinesi all’estero. La
Cina ha erogato complessivamente prestiti governativi a più di 60
Paesi, la maggior parte in via di sviluppo. I prestiti ai PVS saranno
di tipo preferenziale, ma il Governo ha anche deciso che non fornirà
altri crediti esenti da interessi ai Paesi stranieri118.
Agriculture
Development Bank of China (ADBC)
Dalla
data della sua creazione, nel novembre 1994, la ADBC ha formalmente
assunto la responsabilità delle operazioni creditizie sussidiate dal
Governo che tradizionalmente erano di competenza della Banca
dell’Agricoltura119.
Sarebbe stata trasferita al nuovo istituto speciale anche la quota di
credito rurale erogato a condizioni agevolate dalla PCBC e dalla
ICBC. La ADBC non ha tra gli obiettivi principali quello di fare
utili: i suoi compiti consistono nell’erogazione dei fondi del
bilancio statale a tassi minimi, e nella promozione di un flusso
razionale di finanziamenti agricoli. La funzione fondamentale della
ADBC è di fornire più credito per l’acquisto
di commodities, quali
grano, cotone e olio. Tra le priorità della banca rientrano anche
prestiti per il sostegno delle aree povere e per progetti agricoli di
varia natura120.
La
sede nazionale della banca è a Pechino. Nel gennaio 1995 è stata
aperta una filiale a Hunan, in corrispondenza della filiale
provinciale della ABC, che vi ha trasferito oltre il 75% delle sue
operazioni. La sede di Hunan è stata concepita per promuovere lo
sviluppo dell’economia rurale in tutta la provincia121.
Una seconda filiale è stata aperta il 21 aprile 1995 a Hangzhou,
capoluogo della provincia dello Zhejiang.
Risorse
e impieghi
Attualmente
le fonti di finanziamento delle attività della ADBC si limitano agli
stanziamenti della Banca Centrale e ai fondi provenienti dal bilancio
statale. A differenza della SDBC e della EIBC, la Banca per lo
Sviluppo dell’Agricoltura potrebbe, in futuro, essere autorizzata
ad accettare depositi dal pubblico122.
Altre probabili fonti per la raccolta del capitale saranno costituite
dall’emissione di titoli obbligazionari.
La
maggiore sfera di azione della ADBC riguarda:
1.
prestiti a sostegno dei dipartimenti dello Stato per l’accumulazione
delle riserve di generi alimentari, cotone, olio commestibile, carne,
zucchero, tabacco e lana. Essi sono finanziati attraverso i fondi
concessi dalla Banca Centrale. Per tali prestiti sono previsti anche
stanziamenti provenienti dal bilancio statale, nella forma di sussidi
finalizzati a mantenere basso il livello dei tassi di interesse
attivi;
2.
prestiti per sostenere acquisto, distribuzione e lavorazione di
prodotti agricoli, olio commestibile e cotone;
3.
finanziamento di progetti di valore inferiore ai 30 milioni di yuan,
per la costruzione di infrastrutture minori e per lo sviluppo
tecnologico di determinate aree in campo rurale, quali silvicoltura,
allevamento e manutenzione delle risorse idriche;
4.
finanziamento di progetti finalizzati ad alleviare la povertà ed al
sostegno dello sviluppo economico nelle regioni povere e marginali,
utilizzando i fondi stanziati dalla Banca Centrale;
5.
funzione di intermediazione per il trasferimento dei fondi di
bilancio del governo centrale e provinciale a sostegno
dell’agricoltura; gestione di conti speciali relativi ai fondi
destinati dallo Stato ad alimentare le riserve alimentari dei governi
locali.
10.
Problematiche connesse al sistema dei diritti di proprietà 123,
Modello
teorico
Nel
sistema cinese ad economia pianificata anteriore al periodo di
riforma, le pressioni cui erano sottoposte le imprese affinchè
operassero in attivo erano praticamente inesistenti. Parallelamente,
la mancata copertura delle perdite non comportava alcuna
penalizzazione. In tale contesto, le imprese hanno operato sotto
condizioni di soft budget constraint. Le
caratteristiche di un siffatto modello di comportamento sono
l’insaziabile domanda di input, sia reali che
finanziari, ed una risposta molto lenta ai mutamenti nei prezzi
relativi. Il modello di Kornai (1986) per l’analisi delle economie
socialiste, ripreso da Bowles e White (1989, 1993), ci sembra
particolarmente utile per la valutazione delle riforme economiche
della Cina, in particolare con riferimento alle relazioni che
intercorrono tra sistema bancario e imprese di Stato. Il fenomeno
del soft budget constraint, che consente alle
imprese di continuare ad operare nonostante le perdite e l’elevato
grado di inefficienza, si manifesta in modi diversi. Kornai focalizza
l’attenzione su negoziabilità dei carichi fiscali, delle
sovvenzioni, delle spese amministrative e sul credito "facile".
Ai nostri fini, sono rilevanti gli aspetti legati all’allocazione
del credito. Ci proponiamo di verificare in quale misura i mutamenti
istituzionali intercorsi nel sistema bancario hanno indotto un
mutamento nei comportamenti di banche e imprese. In altri termini, ci
chiediamo se, nel corso degli ultimi quindici anni, le banche abbiano
assunto un atteggiamento più discriminatorio nelle loro concessioni
di finanziamento, e in che misura ciò abbia influito sulla domanda
di input finanziari da parte delle imprese.
La
relazione tra banche e imprese nella pratica
Posto
che l’intenzione del policy-maker alla base della
riforma bancaria fosse quella di irrigidire le limitazioni alla
concessione del credito alle imprese, attraverso l’incremento
dell’autonomia e dell’orientamento commerciale delle banche, alla
luce dei fatti si ritiene che l’obiettivo non è ancora stato
raggiunto. Al contrario, le banche si sono servite dei maggiori
poteri per espandere il volume complessivo dei prestiti. Tale
tendenza ha conferito un carattere di stop and go
all’andamento dell’economia.
In
secondo luogo, l’evidenza sulle pratiche di finanziamento delle
banche volge a sostegno della tesi secondo cui esse non sono
diventate significativamente più discriminatorie nell’allocazione
del credito. Fino ad oggi, si può dire che sono rari i casi di
imprese liquidate o andate in fallimento. La Legge sul Fallimento
entrata in vigore nel 1986, non ha mai rappresentato una seria
minaccia per i gestori delle imprese124.
Secondo i dati ufficiali, dal 1986, sarebbero state dichiarate
fallimentari poco più di 2.000 imprese.
Allo
stato attuale, il principale problema delle banche di Stato ha a che
fare con l’obbligo di fornire credito a circa 72.000 imprese
statali (State-Owned
Enterprises, SOEs), ovvero
a quello che rimane del precedente sistema ad economia pianificata.
Mentre le nuove imprese private o collettive proliferavano in Cina
nei trascorsi 10-15 anni, guidando il processo di modernizzazione
industriale, molte delle imprese statali hanno risentito solo
lievemente degli effetti negativi della riforma, proprio grazie al
sostegno delle banche. Fonti ufficiali hanno dichiarato che nel 1994,
circa il 40% delle imprese di Stato registrava perdite di bilancio.
Il dato configura un miglioramento rispetto al 60% del 1993125,
ma in questo caso è legittimo dubitare delle cifre dichiarate.
L’aspetto interessante è che la moneta tende a muoversi dalle
banche verso le imprese in grandi quantità, ma difficilmente torna
indietro. Può anche capitare che i debiti vengano estinti de
iure. Non
di secondaria importanza è il fatto che alle SOEs fa capo oltre il
60% dell’investimento in attività fisse della Cina, nonostante la
loro quota sulla produzione industriale lorda sia caduta da 2/3 nel
1985 a poco più di 2/5 nel 1995. La quasi totalità degli
investimenti è finanziata dal credito delle banche. Si ritiene che
parte dei fondi vengano deviati verso altri scopi, quali il
finanziamento delle scorte o l’erogazione di buoni ai lavoratori,
oltre che verso le attività speculative.
Le
stime ufficiali indicano che il 30-40% del portafoglio prestiti
complessivo delle banche sia costituito da voci in sofferenza.
Dall’altra parte, le banche devono incrementare il volume dei
prestiti per aiutare le imprese a coprire i propri debiti non pagati.
È risaputo che quando le imprese di proprietà dello Stato si
scontrano con questo genere di problemi, interviene direttamente
l’autorità monetaria, nella persona della Banca Cinese del Popolo.
Gli interventi della banca centrale si concretizzano essenzialmente
nella estensione di ampi quantitativi di credito alle banche. In
altri termini, la PBOC non fa altro che utilizzare uno dei due
strumenti alla base della politica monetaria cinese. L’altro
strumento consiste nella stampa di moneta. In un certo senso, la
banca centrale è obbligata ad agire in tal modo, in quanto
subordinata alle direttive del Consiglio di Stato. Si ritiene che
l’istituto monetario abbia fornito crediti alle banche statali ogni
anno, per una quota che si aggira attorno al 3-4% del PIL126.
Quando
le banche hanno difficoltà ad estendere i prestiti, le imprese si
indebitano tra di loro: nel 1994, i debiti tra le imprese di Stato
sono aumentati del 74%, raggiungendo il livello di 600 miliardi di
yuan ($70 mld), equivalenti a circa il 30% dell’output del settore
industriale. È questo il fenomeno più noto come triangulardebt,
espressione che indica l’esistenza di una catena di debito
che lega tra loro imprese diverse che si fanno credito a vicenda.
I
rischi di gestione
La
critica maggiore che gli osservatori internazionali rivolgono alla
Cina riguarda la rapidità e la parallela superficialità con cui il
governo ha condotto la riforma bancaria. Si ritiene comunemente, che
i cambiamenti riguardino solo l’aspetto istituzionale e la
creazione di nuove strutture normative. Al contrario, la riforma non
avrebbe intaccato quelli che sono considerati i fattori fondamentali
per apprezzarne o meno il successo, e cioè l’andamento delle
variabili di rischio. Ai fini della valutazione della performance
delle banche cinesi, assumono particolare rilevanza i
seguenti elementi:
a)
sottocapitalizzazione del sistema bancario nel suo
complesso : secondo i parametri di solvibilità fissati
dalla PBOC nella Legge sulle Banche Commerciali, che rispettano
gli standards internazionali, l’indice di
adeguamento del capitale (dato dal rapporto tra capitale sociale più
riserve e totale attivo) dovrebbe essere pari all’8%. Nella
pratica, i dati del 1994 indicano che esso oscilla da un minimo del
2,8% per la PC13C, ad un massimo del 5,5% per la BOCOM. Bisogna
precisare, però, che gli indici aggiustati tenendo conto dei fattori
di rischio, mostrano percentuali più alte: si passa dal 4,3% della
PCBC al 8,8% per la BOCOM. Il livello basso degli indici spiega il
motivo per cui le banche di Stato necessitano continuamente dei
finanziamenti della banca centrale. I dati elaborati dal Gruppo WI
CARR Indosuez di HK rilevano che nel 1994, la banca più indebitata
con l’istituto centrale era la PC13C, con una quota di debito pari
all’11,13% del totale passivo. La percentuale della ICBC era del
10,63%, mentre per la ABC era del 6,76%.
b)
sofferenze e bad loans : in merito a tale argomento,
non sono disponibili statistiche ufficiali. I motivi di ciò sono
vari: innanzitutto, non esiste una univoca definizione sul concetto
di sofferenze bancarie nel caso cinese; per i bad loans, in
genere si ritiene che si tratti dei prestiti sui quali non sono stati
pagati interessi da oltre tre anni. Secondo, anche ammesso che esista
una definizione, le banche cinesi sono sufficientemente flessibili da
riuscire a coprire il problema sia allungando il periodo di maturità,
sia capitalizzando sugli interessi non pagati. Rientrano nel
problema, tanto il fenomeno del triangolar debt quanto
tutti gli aspetti connessi al rapporto di consociativismo che
intercorre tra banche, imprese e governi locali, di cui abbiamo
ampliamente discusso nei capitoli primo e secondo. La situazione
risulta peggiorata dalla diffusione dei fenomeni di moral
hazard. A questo proposito, l’assenza dell’obbligo di
presentare garanzie collaterali ha privato le banche di qualsiasi
tipo di tutela. Anche le contrattazioni private dei dirigenti delle
banche con alcuni imprenditori, il più delle volte ha
vanificato i tentativi di penalizzare i comportamenti meno ortodossi;
c)
performance reddituale negativa e utili esigui : sebbene
per il 1995 non siano ancora disponibili dati ufficiali sugli utili,
sappiamo che il Centro di Ricerca per lo Sviluppo del Consiglio di
Stato ha confermato in un rapporto che per la prima metà dell’anno
corrente, tre su quattro delle banche specializzate hanno registrato
perdite relativamente all’utile lordo di gestione. Un’osservazione
da fare sugli utili è che questi risultano gonfiati a causa della
estinzione dei bad debt. Un’ulteriore causa di
"svuotamento" è rappresentata dal fatto che le banche
devono pagare allo Stato elevate somme fiscali sul reddito, sulla
base degli utili inflazionati. Infine, occorre considerare che il
tasso di remunerazione del capitale proprio deve essere aggiustato
tenendo conto dell’inflazione. Nel 1994, a fronte di quote del
25,75% per la BOCOM e del 14,8% per la BOC, l’indice dei prezzi
aveva subito una variazione del 24,2%.
A
questo punto, verrebbe spontaneo chiedersi se sia lecito pensare
all’eventualità di una crisi bancaria in Cina. Fino ad oggi, i
sintomi di una situazione del genere non si sono manifestati. Per il
breve e medio periodo, occorrerà far riferimento a due fattori
fondamentali: la stabilità macroeconomica e il processo di
ristrutturazione delle banche di Stato.
MONDO
CINESE N. 091, MAGGIO-AGOSTO 1996
Note
1 Le
banche commerciali, sebbene rappresentino una componente ancora
debole del settore bancario cinese, stanno gradualmente accrescendo
il proprio peso, come dimostrato dal rapporto fra i prestiti delle
banche specializzate e i prestiti bancari complessivi: alla fine del
1994 tale rapporto corrispondeva al 65,7%, con un decremento del 10%
rispetto al 1993 (si veda Goldie-Scot, agosto 1995, in The
Banker).
2Le innumerevoli dichiarazioni rilasciate dalle autorità governative cinesi, nonchè le notizie che ci sono pervenute quotidianamente attraverso la stampa locale ed estera negli ultimi tre anni, sono sufficienti per rendersi conto dell’effettiva tendenza in atto di adeguamento del sistema bancario alle esigenze del market-socialism. 3 (SWB 6/12/94, First private bank to be estabtished, Xinhua news agency - Pechino - 3/12/94). La banca avrebbe avuto un numero limitato di azionisti, appartenenti al settore privato della Federazione dell’Industria e del Commercio, ciascuno dei quali con quota azionaria non superiore al 5% del capitale complessivo. Si aggiungeva inoltre che il regolamento sulla gestione della Minsheng Bank sarebbe stato ratificato dalla banca centrale. 4 China Economic News n. 23, 19/06/1995: "China Minsheng Bank gets green tight to come"; China Economic Review, apr. 1995. 5 Ciò la porrebbe in linea con la maggior parte delle altre banche commerciali minori (eccetto la BOCOM), il cui capitale sociale si aggira attorno ai 2,5-3 miliardi di yuan (si veda §2.3, Dimensione del settore bancario). 6 SWB, 13/12/95, WG/9. 7 Gli analisti delle principali testate internazionali (Financial Times e The Economist, per fare un esempio) si distinguono per la critica particolarmente sadica nei confronti della situazione finanziaria cinese. Noi non sottovalutiamo i gravi problemi che le banche cinesi devono fronteggiare. Tuttavia, come ha fatto notare un banchiere di Pechino,"you cani turn unthinking bureaucrats ínto bankers just passing a few laws. [The top guys ] bave got the big picture and they are working their way through to the detail" (in The Banker, aug. 1995). 8 Yi (1994). 9 Yi (1994). 10 Art. 11 della Legge sulla banca centrale. 11 SWB 22/06/95. 12 Chen Yuan, vice-governatore della banca centrale, ha ammesso che le banche cinesi hanno problemi con la gestione del credito per ragioni storiche. Le sofferenze rappresentano infatti il fulcro della questione, che, secondo lo stesso Chen, ammonterebbero al 20% dei prestiti complessivi del sistema bancario (SWB 22/06/95). Alla fine del 1994 i debiti non pagati sarebbero saliti a 3.934 miliardi di yuan (SWB 8/3/1995). 13 The Banker, luglio 1995. 14 Beijing review, maggio 1994. La SDB, la EIBC e la ADB sono state istituite rispettivamente ad aprile, luglio, novembre 1994 (China Briefing nov. 1994). 15 Nel 1994 il processo di creazione di moneta ha portato l’inflazione al 27%, il livello più alto dal 1949. I fattori sono stati molteplici, ma comunque tutti legati al sistema di pianificazione dell’economia: a) sussidi al settore pubblico per 40 mld di yuan; b) prestiti bancari: superando l’annunciato congelamento del credito, le banche statali hanno concesso più di 200 mld di yuan in nuovi prestiti alle imprese in perdita c) debito triangolare: espansione del credito intra-corporativo che ha raggiunto i 600 mld di yuan (Far Eastern Ec. Review 23/2/95) 16 Secondo quanto riportato da Beijing Review (may 2-8 1994), le RCCs sarebbero 59 mila. Secondo China Economic Digest, primavera 1995, le RCCs sono 53 mila e le UCCs sono oltre 5 mila. 17 Pechino, Tianjin, Shanghai, Shenzen, Shijiazhuang (SWB 7/06/95). 18 SWB 7/06/95. 19 China Economic News 23/08/1993; Financial Times 7/11/93; FMI nov. 1993. 20 La Hainan Development Bank è stata creata nell’agosto 1995 (China Daily 19/08/95). 21 (China Economic News 28/11/94; China Trade Report sett. 1995, Far Eastern Economic Review 24/08/95). 22 L’istituzione della CICC è stata approvata prima che la banca centrale introducesse le nuove regole che vietano alle banche commerciali di effettuare operazioni mobiliari. Oltre a poter sottoscrivere tutti i tipi di azioni, incluse le azioni di tipo A (un mercato chiuso agli investitori esteri), la CICC può gestire fondi in Rmb e in valuta estera, può effettuare investimenti diretti, e persino operare sul mercato interbancario (China Trade Report, sett. 1995). 23 China Daily 12/08/95. 24 L’ammontare minimo di capitale sociale stabilito dal regolamento per una banca estera o una joint ventures bank è di 300 milioni di renminbi. Per il testo della legge, si veda China Law and Practice, 16 may 1994. 25 The Banker luglio 1995. 26 Tianjin Dalia, Qingdao, Shanghai, Nanjing, Ningbo, Fuzhou, Xiamen, Guangzhou, Shenzen, Shantou, Zhuhai, Haikou e Wuhan (capoluogo della provincia centrale di Hubei, promossa al rango di "città finanziaria aperta" nel marzo 1995). [Xinhua New Agency, 15/03/1995]. 27 Per alcuni dati quantitativi, si veda Beijing Review may 2-8 1994. 28 China Daily, 13/07/95. 29 FMI, nov. 1994 (situazione a fine 1992). 30 FMI, nov. 1994 (situazione a fine 1992). 31 Business Weekly, 11\06\95. 32 Almanac of China’s Finance and Banking, 1993 (situazione a fine 1992). 33 Le azioni in Cina sono di tre tipi: 1) tipo A, denominate in RMB e vendute asclusivamente agli investitori nazionali; 2) tipo B, azioni speciali denominate in RMB e acquistabili solo da investitori stranieri con valuta estera; 3) tipo H, quotate sui mercati esteri e denominate in valutà estera. La Cina sta considerando di concedere l’acquisto di azioni di tipo A agli stranieri e di tipo B agli investitori nazionali (Chen Bo-Chih, may 1995). 34 Fonti: Statistical Yearbook of China 1994, Holz (1992), Yi (1994), FMI (nov. 1994). 35 Rapporto calcolato su una popolazione di 1,185.17 miliardi (fine 1993). In Italia il rapporto tra il numero di unità locali coinvolte nel settore dell’intermediazione monetaria e finanziaria e popolazione totale è di circa 8 sportelli su 10.000 abitanti (elaborazione su dati ISTAT - L’Italia delle imprese e delle istituzioni,luglio 1995). 36 Holz (1992). 37 Statistical Yearbook of China 1994. 38 Bortolani e Santorum (1983). 39 Al momento non disponiamo di dati ufficiali per il 1994-1995. 40 Alla fine del 1993 la forza lavoro impiegata in Cina era di 600 milioni 220 mila unità (Statistical Yearbook of China 1994). In Italia il rapporto tra addetti del settore creditizio-assicurativo e popolazione occupata è di quasi il 3,2% (percentuale calcolata su dati ISTAT, ibid). 41 China Economic News, n. 11, 20/03/95. 42 Nella classifica eseguita da Institutional Investor (agosto 1995) sulle banche più grandi del mondo, la ICBC, la BOC, la PCBC figurano rispettivamente al 19°, 36° e 72° posto con riferimento a capitale sociale più riserve. Se invece prendiamo come termine di paragone gli utili prima delle imposte, la BOC si colloca al 10° posto, seguita dalla ICBC al 21°, dalla ABC al 40° e dalla PCBC al 57°. Infine, con riguardo al totale di attività, la ICBC compare al 14°, la BOC al 19°, la PCBC e la ABC rispettivamente al 41° e al 42°. Nessuna delle quattro grandi banche di Stato è presente invece nella graduatoria delle prime 100 banche relativa all’indice di liquidità. L’ordine di graduatoria cambia notevolmente se limitiamo l’analisi alla sola area del Sud-Est-Asiatico: con riferimento al capitale più le riserve, troviamo infatti che le banche specializzate cinesi si collocano tutte tra le prime dieci banche più grandi dell’area: la ICBC al 1° posto, la BOC al 2°, la PCBC al 6° e la ABC all’8°, alle quali si aggiunge la BOCOM, al 19° posto. Occorre però precisare che i bilanci delle banche cinesi su cui si è basata la classifica sono aggiornati al 31/12/93 (tranne che per la BOC, al 31\12\94). Pertanto, non tenendo conto delle enormi variazioni positive registrate nell’ultimo anno, potrebbero sottostimare la posizione attuale. 43 China Daily 13/08/95. 44 Goldie-Scot, The Banker, aug. 1995. 45 II motivo della retrocessione risiede, oltre che nell’incertezza relativa al successo delle riforme, anche nella decisione del Governo di trasformare le banche specializzate da entità politiche in banche commerciali. Nell’opinione della società di rating statunitense, ciò significherebbe che, se le banche dovessero sperimentare problemi finanziari, non sarebbe più garantito l’intervento di salvataggio da parte del Governo. Di parere differente sono le banche direttamente interessate, le quali ritengono che il Governo continuerà a sostenerle, in quanto lo imporrebbe la loro condizione di banche commerciali di proprietà dello Stato (China Economic Review, maggio 1995). 46 Il primo mercato dei prestiti interbancari è stato aperto a Shanghai nel 1986. Nel 1993, sono state creati due nuovi mercati a Huaxin, nella provincia di Henan (China Daily, 01/08/95). Secondo le statistiche fornite dal Centro di Prestiti Interbancari di Shanghai, l’aggregato dei prestiti interbancari effettuati a Shanghai nel luglio 1995 ha raggiunto quota 104 mld di yuan ($12,53 mld), con un incremento del 96% rispetto al 1994. Circa il 40% del volume riguarda prestiti a breve termine con maturità di un mese, un fattore che secondo gli analisti ha contribuito alla crescita degli ultimi mesi. Il 50% della moneta prestata attraverso il centro fluisce verso le istituzioni finanziarie di Shanghai. Carente risulta l’offerta di fondi a medio e lungo termine. Tra marzo e giugno 1995, il centro di Shanghai ha alzato il tasso di interesse interbancario ben quattro volte, in media dello 0,09%, per tentare di alleviare le pressioni della domanda di capitale. Un ulteriore rialzo dello 0,015% era atteso dopo il 1° luglio. I tassi di interesse non possono comunque superare la soglia imposta dalla PBOC. L’accentuazione della scarsità di fondi a maggio, è stata causata soprattutto dal ritiro, da parte della banca centrale, dei prestiti per il rifinanziamento delle banche commerciali, e dalla crescita della sottoscrizione di obbligazioni (China Daily 12/06/95). 47 Fonti: Almanac of China’s Finance and Banking, 1993; China Economic News n. 8, 27/02/95, International Financial Statistics, march 1995. 48 "Commento sulla riforma della struttura macroeconomica del 1994" da Liaowang, Pechino, in SWB 7/01/95. 49 Zhou Xiaochuan e Zhu Li (1987); Guobo Huang (1994). Utilizziamo il termine "banca commerciale", quale sinonimo di banca di deposito, nell’accezione occidentale di istituzione finanziaria che, nell’adempiere la funzione di intermediazione, fornisce all’economia un asset, detto deposito a vista (demand deposit) le cui caratteristiche - liquidità, convertibilità, dividibilità - lo rendono equivalente alla cassa. Questa definizione può essere applicata alla Cina solo a partire dalla seconda metà degli anni ottanta, cioè da quando anche i depositi a vista delle imprese hanno potuto essere utilizzati da queste ultime come moneta (Word Bank, 1988). 50 Guobo Huang (1994). 51 Un sondaggio del 1986, effettuato su un campione di filiali bancarie in alcune città su base sperimentale, alle quali era stato chiesto quale fosse l’obiettivo più importante della propria gestione sotto il sistema monetario vigente, ha rivelato che 1) al primo posto della graduatoria vi è l’obiettivo di attrarre il maggior quantitativo possibile di depositi: ciò consente di estendere la sfera dei prestiti e quindi di accrescere la propria autorità; 2) gli obiettivi di politica monetaria, dettati dalla banca centrale o dagli uffici bancari di livello superiore, hanno una priorità solo secondaria (ricordiamo che essi includono il rispetto del piano creditizio, il controllo sul circolante, il compito di esortare le imprese a migliorare la propria performance economica e finanziaria); 3) non è nell’interesse della banche fornire moneta alle imprese - sebbene siano indotte a farlo dai governi locali. I risultati di questo sondaggio (che, anche se non recente, è uno dei pochissimi esemplari disponibili in questo campo) sono confermati da quanto riportato da altre fonti (Holz, 1992, p.112-113).
52 In
base alle regole stabilite dal Governo e dalla banca centrale, le
imprese non possono trattenere circolante oltre un certo limite.
Inoltre devono ritirare salari e premi da un fondo per il lavoro,
costituito a tale scopo presso le banche, per un ammontare approvato
dalle autorità (Guobo Huang). Le entrate nette delle imprese devono
essere suddivise tra un fondo premi, un fondo per l’assistenza, un
fondo per l’assicurazione sul lavoro e un fondo per la produzione,
senza poter effettuare trasferimenti. Sia gli impiegati che i
managers delle imprese sono più orientati all’ottenimento di fondi
assistenziali piuttosto che verso l’accumulazione del capitale
(Zhou e Zhu).
126 The
Economist, 9/09/95, China Survey. 53 Solo di recente le autorità monetarie hanno accennato alla possibilità per le banche specializzate di fare profitti, nonchè di ricorrere, seppure sporadicamente, al mercato dei capitali. Il motivo di questo cambiamento di rotta risiede essenzialmente nella situazione di sottocapitalizzazione in cui si trovano le banche di Stato. Naturalmente, le banche non potranno utilizzare i tassi di interesse per aumentare gli utili, dal momento che il regime dei tassi è imposto dalla PBOC, la quale consente di applicare sui prestiti un tasso medio del 10,98%, contro un tasso di inflazione che nel 1994 si aggirava attorno al 24%. Un effetto della politica dei tassi di interesse è stato lo sviluppo di un fiorente mercato nero dei prestiti, in cui le imprese di Stato si indebitano con le banche al tasso ufficiale, per poi finanziare a loro volta altre imprese a tassi del 25% e oltre (Goldie-Scot, aug. 1995, in The Banker). 54 Guobo Huang (1994). 55 Questo aspetto è chiaramente disciplinato nella nuova legge sulle banche commerciali. L’articolo 48 stabilisce infatti che imprese e istituzioni possono scegliere liberamente la banca commerciale in cui aprire un proprio conto da utilizzare per i trasferimenti giornalieri di moneta, accreditamenti e addebitamenti, ma non possono aprire più di un conto per lo stesso genere di operazioni. Inoltre, è vietato a chiunque aprire un conto privato in cui depositare i fondi di un’unità produttiva ("No unit or individual is allowed to open a private account for the deposits of the funds of a unit"). 56 È stato stimato dalla Banca Mondiale che le perdite finanziarie delle imprese di Stato, che producono il 43% del valore lordo della produzione industriale (contro una quota del 78% nel 1978) e che danno lavoro a 110 milioni di cinesi, oscillano tra il 2,4% e il 5% del PIL su base annua, e che nel 1993 i sussidi implicitamente forniti dal sistema bancario hanno raggiunto un livello del 6% del PIL (World Bank Discussion Papers 283, 1995). 57 Le istituzioni in causa includevano un centro finanziario affiliato alla Banca Centrale nella provincia di Henan e due filiali della ICBC, rispettivamente nella città di Dongguang e nella regione autonoma del Guanxi (SWB 22/03/95). 58 Approvata a maggio 1995, è entrata in vigore il 1° luglio 1995. 59 Approvata il 10 maggio 1995. 60 Cioè "la cui emissione, girata, accettazione, garanzia o pagamento avvengono sia all’interno che fuori del territorio cinese" (art. 95). 61 China Daily, 13/08/95. 62 (Art.3). Il cambiamento fondamentale apportato dalla legge bancaria riguarda proprio l’obiettivo della politica monetaria della banca centrale, che sposta la priorità dall’assistenza allo sviluppo economico al mantenimento della stabilità della moneta con cui promuovere lo sviluppo (SWB 16/03/95). 63 Attualmente la PBOC è ancora dipendente dalle decisioni del governo centrale. A livello istituzionale è infatti il dipartimento, sottoposto al controllo del Consiglio di Stato, cui fa capo il settore bancario. Tale ruolo di subordinazione è più volte ribadito nella Legge sulla Banca Centrale. 64 (Art.7). In merito al finanziamento diretto del deficit statale da parte della banca, questione che avrebbe dovuto rappresentare un elemento chiave della legge, l’art. 24 stabilisce che la PBOC può emettere titoli di debito pubblico presso le banche. In un’articolo del Beijing Review (Maggio 1994) si afferma che dal 1994 il Ministero delle Finanze ha cessato di indebitarsi presso la banca centrale e che pertanto il deficit di bilancio verrà colmato non più attraverso i prestiti dal settore bancario nè con la stampa di moneta, ma con l’emissione di titoli di debito pubblico. 65 Nel 1993 titoli a breve della PBOC per un valore complessivo di 20 miliardi di Yuan sono stati emessi attraverso il mercato interbancario e le istituzioni finanziarie in certe zone del Paese nel tentativo di rastrellare l’eccesso di liquidità (IMF nov. 1994). 66 (Art. 29). Il Financial Time fa notare come una debolezza della legge della banca centrale sia l’assenza di provvedimenti per l’adeguata supervisione delle istituzioni finanziarie non bancarie, come le compagnie di credito e di investimento, alcune delle quali sono derivazioni delle banche stesse (Fin. Times, 7/11/94). 67 Attualmente la PBOC impiega 170 mila persone in circa 2.500 filiali e sottofiliali sparse in tutto il Paese (Fin. Times 7/11/94). 68 IMF nov. 1994. 69 La nostra analisi utilizza in parte un commento sulla legge effettuato dallo studio legale Birindelli Castellani & Associati (Pechino), il cui elaborato ci è stato gentilmente concesso dalla Banca Commerciale Italiana. 70 (Art. 13). 71 Per tutte le banche commerciali esistenti prima dell’entrata in vigore della legge, e che non sono in regola con quanto stabilito dalla stessa, è concessa un periodo di proroga, a discrezione del Consiglio di Stato, durante il quale potranno continuare ad operare sotto la forma originaria (art. 17). 72 (Art.18). 73 (Art. 12). 74 (Art. 28). 75 (Art. 19). 76 (Art. 27). 77 (Art. 43). Recentemente, il Consiglio di Stato ha emesso un’ordinanza che impone alle quattro banche specializzate dello Stato di separarsi totalmente dalle operazioni condotte dalle TICs loro affiliate. La separazione riguarda scritture contabili, attività, personale impiegato, amministrazione. La ICBC e la PCBC adotteranno il nuovo sistema inizialmente a Pechino, Shanghai e Tianjin. L’ordinanza impone anche che parole come bank e banking non potranno più essere usate nei nomi delle istituzioni non bancarie (China Daily 04/08/95). 78 (Art. 29). 79 (Art. 73). 80 Business Weekly, 16/07/95. 81 (Art. 35). 82 (Art. 41). 83 Nessuna delle fonti di cui disponiamo fa riferimento esplicito all’eventualità che, oltre alle funzioni politiche, siano state trasferite anche le relative sofferenze connesse alla precedente gestione, e in quale misura ciò sia avvenuto. 84 The Economist, 9/09/95. 85 Beijing Review 25/04/94, China Economic News 3/04/95. 86) . 86 China Economic News, 3/04/95. 87 FMI, nov. 1994. 88 Beijing Review 25/04/94. 89 Financial Times 12/05/95. 90 Financial Times 12/05/95. 91 China Economic Review, sett. 1994. 92 Financial Times 12/05/95. 93 SWB 22/03/95. 94 Il valore del progetto della Three Gorges Dam è di 17,5 miliardi di dollari. I banchieri cinesi ritengono che riusciranno a raccogliere moneta all’estero per il suo finanziamento nonostante le preoccupazioni sul fronte ambientale e dei diritti umani che hanno già causato l’inversione di rotta della Banca Mondiale (la Diga implicherà lo spiazzamento di 1 milione di persone e la creazione di una riserva lunga 500 Km). Dal momento che gli investitori esteri erogheranno prestiti alla SDBC piuttosto che al singolo progetto, il loro coinvolgimento sarà indiretto (Financial Tímes 12/05/95). 95 Financial Times 12/05/95. 96 Financial Times 12/05/95. 97 Del valore di 3,5 miliardi di dollari. 98 SWB 30/12/94. 99 SWB 13/01/95. 100 Financial Times 12/05/95. 101 SWB 30/12/94. 102 SWB 30/12/94. 103 SWB 13/01/95. 104 China Briefing nov. 1994. 105 Economic Reporter n.9 1994. 106 Recentemente, la EIBC ha firmato un accordo con la ABN AMBRO Bank, il più grande gruppo bancario tedesco, per alzare il tetto complessivo dei crediti all’esportazione verso la Cina dai 95,5 milioni di dollari previsti in un precedente accordo del 1988, a 796 milioni di dollari (China Daily 16/06/95). 107 Economic Reporter n.9 1994, China Briefing nov. 1994. 108 SWB 1/02/95. 109 Economic Reporter n.9, 1994. 110 Ibid . 111 SWB 1/02/95. 112 Project financing: uso coordinato di diverse tecniche finanziarie, tradizionali e non, in vista della realizzazione di un determinato progetto. Non è il finanziamento di una commessa nè il finanziamento del committente. È un complesso di tecniche miranti a trasferire il rischio di un progetto sul finanziatore con particolare intensità. La difficoltà non consiste nel "montaggio finanziario", cioè nel coordinamento delle diverse tecniche, ma nella valutazione, economica e finanziaria, del progetto, sulla base di parametri di rischio. È applicabile alle opere pubbliche solo se esiste un regime tariffario certo e automatico, e solo se viene rispettato il "patto sociale" che consente il trasferimento dell’opera pubblica dall’area fiscale a quella imprenditoriale. Può essere utilizzato per promuovere un piano di sviluppo delle infrastrutture (da Francesco Meng, "II Sole 24ore"). 113 Economic Reporter n.9 1994. 114 Economic Reporter n.9 1994. 115 SWB 1/02/95. 116 Economic Reporter n.9 1994. 117 Business Weekly 11/06/95. 118 China Daily 27/07/95. 119 Si stima che il volume dei prestiti agevolati concessi dalla ABC nel 1994 ammontava a circa il 20% del suo portafoglio prestiti. 120 SWB 3/05/95. 121 SWB 7/01/95. 122 China Briefing, nov. 1994. 123 Bowles e White (1989,1993); Qian e Roland (1994). 124 Nel dicembre del 1994 le autorità hanno annunciato che nel corso del 1995 sarebbe stata emanata la nuova Legge sul Fallimento, con l’obiettivo di rafforzare nelle imprese la consapevolezza dei rischi di gestione (si veda SWB, 30/12/94).. 125 The Economist, 18/03/95.
Fonte: http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/091/091_vale.htm#.VkSqDXaKHIU
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giovedì 12 novembre 2015
Struttura e finanziamento del sistema bancario cinese
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