Ha suscitato numerosi sarcasmi la notizia che Matteo Renzi, durante l'ultima riunione della direzione del PD, abbia definito Landini e Salvini come "fenomeni televisivi". Ma qui non si tratta solo della storia del bue che dice cornuto all'asino, in quanto è del tutto confacente all'attuale sistema cleptocratico il fatto che Renzi - o, per meglio dire, la sua squadra di ghost-writer - fagociti e vampirizzi anche le critiche delle opposizioni. Una cleptocrazia tende a derubarti anche del linguaggio.
Qualche giorno fa, in occasione della manifestazione della FIOM e della nuova "Coalizione Sociale" lanciata da Maurizio Landini, lo stesso Landini ha dato voce ad un malcontento comune, affermando che Renzi sarebbe peggiore persino del Buffone di Arcore. Come al solito, la dichiarazione è stata occasione per "dibattiti" e prese di distanze. In realtà questo genere di "graduatorie di demerito" va inquadrato nelle semplificazioni del linguaggio quotidiano, poiché è abbastanza ovvio che anche Renzi rappresenti la continuità con i governi che l'hanno preceduto; così come è ovvio che ciò venga avvertito come un aggravamento della situazione. Comunque una caratteristica accomuna il Buffone ed il Buffoncello: entrambi sono fantocci che non sarebbero mai riusciti ad emergere da una vera lotta politica.
La continuità di Renzi con i governi precedenti consiste anche in un'azione di governo insensibile agli equilibri sociali ed istituzionali, e che appare semmai interessata a procedere a colpi di destabilizzazione, di false aspettative e docce fredde. Emulo del Buffone del 1994, il ministro del Lavoro (?), Poletti, lunedì scorso dichiarava di attendersi un milione di nuovi posti di lavoro dal cosiddetto "Jobs Act". In tal modo si suscitano molti scetticismi da catalogare come "disfattismo", ma anche tante speranze, da deludere meticolosamente. Sino a pochi giorni fa, ci si diceva che è cominciata la ripresa; ma ora i nuovi dati ci dicono che la disoccupazione invece è in aumento (doccia fredda). Poletti rassicura che non c'è contraddizione tra le castronerie sparate quattro giorni fa e i dati odierni. Schizocrazia.
La schizocrazia è infatti un risvolto inevitabile della cleptocrazia. Nel suo ultimo DDL, Renzi ha lanciato un modello caotico di "Buona Scuola", nel quale non si preoccupa nemmeno di abrogare le vecchie norme che confliggono con le nuove; salvo poi smentirsi nello stesso DDL, all'articolo 21, in cui si riserva di modificare tutto il modificabile nei prossimi mesi. Si annuncia l'azzeramento della situazione precedente per quanto riguarda le assunzioni, che dovrebbero essere, d'ora in poi, solo per concorso. In tal modo i tremila euro già sborsati dai precari della Scuola, ogni volta, per ciascun corso, dalla SSIS (Scuola di Specializzazione all'Insegnamento Secondario) di qualche anno fa, all'attuale TFA (Tirocinio Formativo Attivo), vengono fatti cadere in prescrizione, cioè incamerati senza contropartita.
I corsi a pagamento costituiscono un mega-business ai danni dei precari. Presentati ogni volta come un'ultima spiaggia, come il treno da prendere in corsa, si risolvono in rapine a cui non corrisponde non solo alcuna preparazione, ma neppure alcuno sbocco. Oltre la vecchia SSIS e l'attuale TFA, vi è anche il Percorso Abilitante Speciale (PAS, un acronimo dal suono vagamente speranzoso), ovviamente in cambio dei soliti tremila euro che gli Atenei sono sempre pronti a riscuotere, a riprova del fatto che ormai l'Università è occupata da lobby che considerano la Scuola solo una preda da spolpare.
La lobby universitaria cavalca con disinvoltura le critiche contro la presunta "aziendalizzazione", e l'altrettanto presunta "invalsizzazione" della Scuola. La "Scuola azienda" è solo uno slogan, mentre l'Invalsi è solo una delle tante truffe del privato ai danni del contribuente; ma ai due spauracchi la lobby universitaria pone come alternativa la solita "formazione" da parte della stessa Università, facendo aleggiare agli insegnanti la prospettiva che questa “formazione" venga riconosciuta come ore retribuite.
Ma con l'articolo 21 del DDL, Renzi già si è preparata la marcia indietro sulla questione delle assunzioni. Dopo le proteste e la "trattativa", è prevedibile che si giungerà ad un finto "compromesso", in base al quale si autorizzeranno i precari a sperare ancora. Ovviamente in cambio della partecipazione ad un altro corso, e di altri tremila euro. Se alla cleptocrazia la prossima volta gliene basteranno tremila.
L'ancora vaga "Coalizione Sociale" di Landini si andrebbe quindi a scontrare con un tipo di sistema politico i cui contorni non sono ancora ben distinguibili da parte di coloro che si muovono sugli schemi consueti della difesa dei diritti e della Costituzione. Il famoso documento della multinazionale finanziaria JP Morgan - che dichiarava la necessità dilasciarsi alle spalle le attuali "Costituzioni antifasciste" -, è stato oggetto di vari fraintendimenti. Molti lo hanno persino letto come una indiretta celebrazione di quelle Costituzioni, considerandole come un argine al dilagare di logiche puramente aziendali. In realtà, se si legge il documento con più attenzione, ci si accorge che le cose stanno diversamente. Le "Costituzioni antifasciste" vengono infatti individuate da Jp Morgan come un ottimo bersaglio fisso attorno al quale raccogliere i dissensi e le opposizioni.
La guerra mondiale aveva realizzato le sue aggregazioni antifasciste sulla base di una concezione riduttiva del fascismo stesso, interpretato come mera anti-democrazia. Solo uno sguardo storico meno coinvolto negli eventi, ha potuto scorgere nel fascismo, ed ancora più conseguentemente nel nazismo, l'applicazione scientifica nella metropoli capitalistica di quei metodi coloniali già sperimentati nella periferia. Sono state multinazionali come Bayer, IBM, Deutsche Bank, Standard Oil a creare il modello Auschwitz, e proprio le multinazionali oggi ne sono le vere eredi.
La cleptocrazia non è "questione morale", ma un assetto di dominio ed un rapporto sociale. Il sistema coloniale si regge sul raccordo tra la cleptocrazia multinazionale e le cleptocrazie locali, senza un progetto sociale che vada oltre la predazione. Da qui la schizocrazia degli slogan in contraddizione l'uno con l'altro, poiché il linguaggio ufficiale accorpa la funzione della comunicazione con quella di mettere in confusione le prede.
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