Il Jobs Act non spinge il mercato del lavoro. Anzi. Nel mese di marzo, quello dell’entrata in vigore della riforma di Giuliano Poletti, la disoccupazione è tornata a crescere per attestarsi al13 per cento, 0,2 punti in più sul mese precedente. Dopo i cali registrati a dicembre e a gennaio, quindi, si riconferma l’inversione del trend iniziata in febbraio. In particolare secondo i dati Istat i disoccupati sono aumentati dell’1,6% su base mensile, con un incremento di 52mila unità. Si tratta del livello più alto dal novembre scorso (al 13,2%). Negli ultimi dodici mesi il numero dei senza lavoro è cresciuto del 4,4% (130mila unità) e il tasso di disoccupazione è cresciuto di 0,5 punti. La crescita è lievemente più forte tra le donne (1,7%) che per gli uomini (1,5%).
Anche il tasso di disoccupazione giovanile (fascia dai 15 ai 24 anni) vola al 43,1%, in crescita di 0,3 punti rispetto a febbraio. I senza lavoro under 25 sono invece 655 mila. Su base annua il tasso di disoccupazione giovanile si è invece ridotto di 0,4 punti. Il numero di giovani senza lavoro, mostra una lieve crescita su base mensile (+8mila, l’1,2% in più). In termini annui, rispetto a marzo 2014, si osserva la diminuzione del numero di giovani occupati (-5,5%, pari a -50mila), il calo anche del numero di disoccupati (-6,9%, pari a -49mila) a fronte di una crescita del numero di inattivi (+1,5%, pari a +66mila). Anche con riferimento alla media degli ultimi tre mesi, sottolinea l’istituto statistico, per i giovani 15-24enni si osserva il calo dell’occupazione e della disoccupazione e la crescita dell’inattività.
“I dati dell’Istat sulla disoccupazione confermano ancora una volta che cancellare i diritti non crea lavoro”, ha commentato a caldo il segretario nazionale della Cgil, Serena Sorrentino. “Il Jobs Act ha un effetto ‘spostamento’ tra tipologie contrattuali, ma aumentare la ricattabilità dei lavoratori e la precarietà non fa crescere l’occupazione”, ha aggiunto sottolineando che “ci vuole un piano straordinario del lavoro e un nuovo statuto dei diritti per le lavoratrici e lavoratori”.
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